Avere vent'anni nel Terzo millennio vuol dire nascere nel futuro, avere a disposizione tutto quello che persino i nostri genitori vedevano soltanto nei film di fantascienza. Ma significa anche crescere nell'universo asettico della società post industriale, in cui la produzione è quasi esclusivamente su scala mondiale e le piccole attività, la filiera corta, l'artigianato e l'autosufficienza sembrano retaggi di un medioevo che però risale a meno di un secolo fa.
Capita, tuttavia, che in alcune persone il richiamo alle radici, alla terra e alla comunità sia più forte di qualunque comfort possa offrire la vita di città.