martedì 28 settembre 2010

Una discreta abitudine all’incesto


di Stefano Pietrosanti
Le ultime azioni del governo francese in tema di politiche verso i rom hanno prodotto scandalo e ampi dibattiti. Queste lunghe discussioni hanno prodotto una quasi unanime posizione ufficiale: nessuno Stato dell’Unione può presentare una politica di espulsione dicendo, in sintesi, “cacciamo i rom”. Il che è tragicamente buffo, buffo quanto la definitiva foglia di fico: le Nazioni non possono scrivere su una circolare che cacciano i rom, ma possono cacciarli in quanto poveri, in quanto fastidiosi, in quanto pericolosi; le Nazioni dell’Unione affacciate sul mediterraneo, invece di stimolare una seria, umana politica europea (azzardiamo federale?) sul problema dell’immigrazione, possono trattare singolarmente con le dittaturucole del Nord-Africa perché queste affamino, torturino, internino gli aspiranti migranti, ma “ehi ragazzi, purché non si dica che sono negri”. Certo, ma almeno un organismo istituzionale non mostra evidente razzismo. Certo, dico io, ma un paese dell’Unione può tranquillamente avere partiti quasi da venti per cento, che esprimono ministri importanti, con esponenti come Borghezio che vanno a disinfettare i posti in cui avevano trovato sedute le persone di colore, o a fare i guru internazionali del “come essere fascisti e – sfruttando l’amore democratico per i localismi e le tradizioni delle minoranze per bene – prosperare felici e contenti”. O, per non rimanere in Italia e andare alla prossima presidenza di turno dell’Unione - l’Ungheria – che nessuno scriva cose razziste nei comunicati, vi prego, ma non c’è problema se squadre fasciste, come la Guardia Magiara, si aggirano per il paese in nome dell’ordine, senza che nessuna forza dell’ordine vera le ricacci da dove sono venute a forza di manganellate. Insomma signori, niente rutti a tavola, ma nessuno scandalo per una discreta abitudine all’incesto nello stanzino, purché attentamente insonorizzato.

Attenzione: non dico di non capire, o di non concordare con la censura di vergogne come la circolare francese, o di considerare lo scrivere “li cacciamo come rom” irrilevante. E’ un passo avanti verso la barbarie e il razzismo espresso in un documento ufficiale è realmente un episodio abnorme, ma non pensiamo che arginare simili manifestazioni sia sufficiente, o anche utile nel lungo periodo, se nessuno si occuperà del necessario riallineamento democratico del continente.

Umberto il Gallico


di Andrea Passamonti

“Nel 50 avanti cristo tutta la Gallia è occupata dai Romani. Tutta? No! Un villaggio dell’Armonica abitato da irriducibili Galli, resiste ancora e sempre all’invasore”. Per molti queste parole non vogliono dire nulla, ma per i cultori delle avventure di Asterix e Obelix ricordano certamente il modo in cui Goscinny e Uderzo iniziavano i loro fumetti.

Caduti per qualche anno nell’oblio, i valorosi Galli sono stati riesumati dall’altrettanto valoroso Bossi, che ieri ha deciso di reinterpretare l’acronimo S.P.Q.R., già modificato da Obelix, in Sono Porci Questi Romani. Non è la prima volta che Bossi si cimenta in revival pseudo-storici. Già nella fiction “Barbarossa” il Senatùr aveva ottenuto un cameo, ma probabilmente non era abbastanza e assistito dall’onnipresente Trota ha deciso di valicare idealmente le Alpi richiamando le truppe contro l’invasore romano. Leghisti-Galli, insomma, che con l’aiuto di una nuova pozione magica - si potrebbe finalmente spiegare il famoso “ce l’abbiamo duro” - continuano a resistere all’avanzata del rammollimento proveniente dalla capitale.

Per certi versi le analogie tra i Galli e i Padani sembrerebbero fermarsi qui. Lo si nota semplicemente guardando il contesto in cui nasce la sparata: difficile immaginare un Gallo alle selezioni di Miss Padania.

Ma forse non è del tutto vero: il villaggio gallico è composto per la maggior parte da abitanti ignoranti, litigiosi, xenofobi e guerrafondai. Ed è il solo Asterix che riesce a riaccendere il lume della ragione tra i suoi. Quell’Asterix che il popolo leghista non ha mai trovato.

L’appello ai giovani


di Riccardo Di Santo
Sandro Pertini è stato molte cose agli occhi di noi Italiani. E’ stato un protagonista della nostra resistenza al nazi-fascismo, è stato un politico di prima linea, un socialista con le mani pulite, ma soprattutto è stato Il nostro Presidente della Repubblica, l’uomo diretto, schietto, estraneo ad ogni compromesso che ha conquistato il cuore di migliaia di Italiani. Fa quasi impressione comparare una figura titanica come la sua rispetto alla totalità di “politucoli” che riempiono le onorevoli sale della nostra democrazia. Ma la cosa più scioccante è che lui non era un eroe né un santo né un martire: era un semplice, piccolo uomo con un forte carattere e una pipa, ma forse è per questo che rimane nel nostro pantheon nazionale. In un paese dove lo scandalo e la puzza dell’illegalità è l’ordinario accadere, l’estraniarsi al semplice compromesso quotidiano è prova di grandezza morale e soprattutto di coraggio; quanta gente è morta per credere in un ideale pacificamente o per fare il suo dovere civico in questo paese? Non siamo cosi modesti, qui la gente è morta anche solo per aspettare il treno in un caldo sabato d’estate (il sangue di Bologna è sulle loro mani e non c’è perdono). Nel 1980 mentre le bombe e i colpi di P38 facevano risuonare il loro canto su tutta la penisola, melodia di mafia come di terrorismo, quell’uomo con la pipa tuonava che l’Italia aveva bisogno, necessitava a tutti i costi, di legalità. Come poteva un uomo politico fare i suoi sporchi comodi con le mani lorde di corruzione e il sorriso di chi vuole farla sempre franca nel nostro sistema? Come si permetteva? Andava denunciato e trascinato nelle aule di tribunale affinché i giudici applicassero le leggi. Lo disse il presidente ben 30 anni fa ad una ragazza, senza peli sulla lingua né diplomazia nel tono ma spinto solo dall’ardore di dire il giusto. Si sente beatificare “Bottino Craxi” o i tanti poveri soggetti imprigionati ai quali si rovinò la vita con mani pulite; ma di chi era la colpa di tale rovina? Dei giudici o dei criminali che prima compivano crimini e poi scoperti ritrovavano un po’ di responsabilità? Ciampi ha combattuto anch’egli per questa nostra democrazia giorno dopo giorno ribadendo sempre il suo incommensurabile valore, ma sono sicuro che se Pertini fosse sopravissuto sarebbe bastato un suo discorso per armare i cittadini di puro coraggio e cacciare i tanti nostri rappresentanti a fare lavori più consoni alle loro qualità morali: usurai, rapinatori, corruttori destinati ad un roseo futuro nelle patrie galere. Riprendiamoci la nostra Repubblica anche dai più piccoli gesti ma riprendiamocela.

Notte bianca Giulianese

di Matteo Napolitano
Sabato 2 ottobre si svolgerà a Giulianello di Cori la terza edizione della “Notte bianca Giulianese”. Dalle ore 19.00 scenderanno in piazza e per le strade gruppi musicali che animeranno tutta la notte; sono inoltre previsti artisti e fotografi con mostre ed esposizioni, poeti, animatori per bambini, artisti di strada e tanto altro ancora.
Durante il corso della serata si esibiranno: The Axis (cover band Jimi Hendrix), 20th Century Brothers, Utopia, Fumòza, Entropia Zen, Offline, Worked Lemons, Giuliofaibere, Wild Stones, Ombre di vetro (trio funk jazz), Letturama, Esizione di hip hop della palestra carpe diem e molti altri. Tra le mostre fotografiche e pittoriche possiamo citare tra gli altri: Sofia Bucci, Marco Proietti, Valentina Tora, Lucia Hesselink, Marco Mattozzi, Emanuel Acciarito, Giulia Tagliaferri, Francesco Mocerino, PPC + Creative Studio.
Buon divertimento!

martedì 21 settembre 2010

Dalla “Notte della Luna” a “No Excuse 2015”, inizia l'anno per il liceo Grassi


di Martina Nasato
“Chi ben comincia è a metà dell'opera”, recita il proverbio, e il liceo scientifico G. B. Grassi di Latina sembra aver sposato in pieno questa filosofia. L'anno scolastico è cominciato sotto il segno delle iniziative socio-culturali, la prima dedicata al Planetario “Livio Gratton”, la seconda al progetto “No Excuse 2015”.
La sera di sabato 18 settembre, in occasione della “Giornata mondiale della Luna”, presso il Planetario del liceo ha avuto luogo uno stupendo Moon Watch Party, coordinato dal professor Enzo Bonacci, con l'encomiabile collaborazione dell'Associazione Pontina di Astronomia. La serata ha avuto per protagonista, naturalmente, la Luna in tutta la sua bellezza: spiegata, osservata, raccontata con l'ausilio di telescopi e poesie a tema. L'evento, che ha contato un afflusso di quasi trecento persone, è stato animato anche da una breve rappresentazione teatrale dell'abiura di Galileo, ad opera della prof.ssa Lucrezia De Paola e dell’attrice Alessandra Lombardi. Ai visitatori è stato inoltre distribuito materiale cartaceo esplicativo, tra cui un simpatico “giro-sole” con le costellazioni dello Zodiaco, da costruire a casa. La sicurezza della serata è stata garantita dal gruppo di volontari della protezione civile di Antonio Nardone, guidati da Bruno Scotellaro e Franco Altobello.
Il progetto “No Excuse 2015”, invece, compie il suo secondo anno di vita a Latina. Coordinato dal prof. Claudio Castelli, è iniziato nel maggio del 2008, Presso l'ITIS “G. Marconi”, con la firma di un protocollo di intesa fra l'ONU e Comune e Provincia di Latina. Nell'ottobre di quello stesso anno presso il Palazzo della Cultura ebbe luogo il primo “Stand Up”, la più grande mobilitazione mondiale contro la povertà: le persone in tutto il mondo si alzano in piedi per ricordare ai governi l’impegno di raggiungere entro il 2015 gli otto obiettivi di sviluppo del millennio: 1) dimezzare la povertà estrema e la fame; 2) raggiungere l’istruzione primaria universale; 3) promuovere l’uguaglianza di genere; 4) diminuire la mortalità infantile; 5) migliorare la salute materna; 6) combattere l’HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie; 7) Assicurare la sostenibilità ambientale; 8) Sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo. Un gruppo di studenti delle diverse scuole coinvolte ha anche fondato il Comitato No Excuse 2015 Latina (attivo su Facebook) che ha prodotto una rivista bimestrale “STAND UP”. Il progetto durerà almeno fino alla scadenza del 2015 e ha lo scopo di sensibilizzare i giovani sui temi della campagna del millennio. L'iniziativa, patrocinata fin dall'inizio dall'Ufficio Scolastico Provinciale, prevede durante l'anno scolastico 2010 / 2011 attività e conferenze con esperti sui temi degli obiettivi del millennio. Il Comitato No Excuse fornirà, senza oneri per l'amministrazione, gli eventuali esperti richiesti. Idee vive, ricche e stimolanti, le quali, se accolte con lo spirito giusto, possono rendere più piacevole persino il ritorno sui banchi di scuola.

IL NEGOZIO: NUOVO SPAZIO D’ARTE


di Lucia Orlacchio
Roma - Lo scorso fine settimana la Capitale è stata protagonista di uno degli eventi socioculturali più originali del momento: il negozio si trasforma in spazio espositivo d’arte. Stiamo parlando del nuovo Upim Pop di Santa Maria Maggiore che, inaugurato Venerdi 17 Settembre, è stato luogo privilegiato per l’esposizione di 12 opere del grande artista americano Andy Warhol (Campbell’s Soup Dress ‘68, Flowers ‘70, Marylin ‘70, Mao‘72, Ladies and Gentlemen’75 e altre). Questa iniziativa, sebbene durata soli tre giorni, ha riscosso un notevole successo segnando una piccola svolta nella storia italiana degli eventi espositivi: per la prima volta in Italia, è uno store ad aprire le porte al mondo dell’arte, in modo completamente gratuito e lo fa scegliendo proprio il linguaggio Pop americano, simbolo del consumo di massa. Ciò che avvicina l’iniziativa del gruppo Upim alla Pop Art, è infatti il comune legame che intercorre tra queste e le realtà ad esse contemporanee: l’artista Pop coglie impulsi dalla “civiltà del consumo” anni ’60 che lo circonda , di cui egli stesso fa parte, per poi tradurli in linguaggi visivi nuovi; allo stesso modo anche l’arte esposta dentro uno store entra prepotentemente nel quotidiano, abbatte le barriere della fruizione tradizionale (costo del biglietto, orari di visita,…) per favorire un nuovo, più libero rapporto tra soggetto – fruitore e opera d’arte.
Camminare, vedere, osservare per poi acquistare: dietro l’ esposizione c’è sicuramente una grande strategia pubblicitaria di indubbio valore, ma ciò che più conta è la novità apportata da questa iniziativa che possiamo definire artistica più che commerciale. Presentare opere di tale importanza entro un semplice negozio è una forma espositiva che rende l’arte gratuita ed accessibile a tutti. Un nuovo modo di avvicinarsi all’arte, permettendo ad essa di entrare a far parte ogni giorno dei nostri spazi di vita comune.

Modena, tra cultura e divertimento


di Andrea Passamonti
Arrivato alla decima edizione, il Festival della Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo conferma la sua portata internazionale. Con le oltre centomila presenze durante la tre giorni emiliana (e più di un milione in dieci anni) la Provincia di Modena concentra l’attenzione del mondo della cultura italiana nelle sue piazze, teatro di incontri con alcuni dei più noti filosofi del nostro tempo.
Il tema di quest’anno è stato la Fortuna, analizzata sotto gli aspetti più vari, da quello strettamente filosofico fino a quello scientifico, passando per il diritto, l’economia e la paleontologia. Tra i tanti nomi spiccano Maurizio Ferraris, Remo Bodei, Tullio Gregory e Giovanni Reale (che oltre alle lezioni magistrali si sono ritrovati nella presentazione dell’Enciclopedia Filosofica Bompiani), ma anche Gustavo Zagrebelsky (bellissima la sua lezione sulla Felicità), Carlo Galli (Caso e Necessità) e Niles Eldredge (Evoluzione). Ma non solo: accanto alle innumerevoli lezioni magistrali non sono mancati spazi dedicati ai bambini, concerti di ogni tipo, proiezioni cinematografiche (con Fantozzi e Kieslowski), letture e spettacoli teatrali (tra tutti non possono non essere menzionati Paolo Hendel e un esilarante Paolo Rossi).
Così la via Emilia e le piazze Modenesi si sono popolate di giovani e meno giovani, tutti intenti ad ascoltare i Professori, non importa se seduti, in piedi o semplicemente sdraiati a terra. E tutti pronti a spostarsi in massa alla fine di ogni evento, pronti a raggiungere la prossima piazza per assistere a un nuovo intervento. E c’è sempre un senso di rimorso quando si deve scegliere tra le varie conferenze in contemporanea tra Modena, Carpi e Sassuolo, come se il solo weekend non sia abbastanza.
Un successo dunque, un’esplosione di idee, ma anche “un antidoto contro la dittatura del superficiale”, come ha sottolineato l’assessore alla cultura di Modena. Appuntamento all’anno prossimo dunque, quando il tema del Festival sarà la natura. E se ha ragione Zygmunt Bauman quando dice che queste piazze sono generatrici di fiducia, allora non resta che consigliare a tutti la partecipazione. Arrivederci al prossimo anno!

Tra porti e fari, verso nuove avventure


Come qualche lettore affezionato avrà potuto notare, L’Agronauta si è ampliato tornando agli antichi fasti.
Insieme alle pagine del giornale si è ampliata anche la nostra redazione: Alessandro Lanzi, Pierpaolo Capezzera e Lucia Orlacchio sono entrati a tutti gli effetti a far parte del nostro gruppo e contribuiranno anche loro alla buona riuscita di questo settimanale.
Parallelamente all’imbarco dei nuovi marinai nasce anche una nuova associazione, Pharos, con la quale ci proponiamo di realizzare le idee che sono nate e continueranno a nascere grazie all’esperienza de L’Agronauta.
Il nome Pharos non è scelto a caso: è il faro che permette ai navigatori di non perdere il contatto con la terra, di evitare che l’equipaggio si perda nei mari ammaliato dal canto delle sirene dell’utopia. Un semplice faro, ma non si pensi che sia di facile costruzione. Per buona parte della teoria economica un faro non può essere costruito che dallo Stato.
Noi, con questa associazione, siamo pronti a dimostrare il contrario.

martedì 14 settembre 2010

Antonio Farina e l’arte del dissenso


di Matteo Napolitano
Guillame Apollinaire nel suo scritto intitolato “I pittori cubisti” scriveva che: “Prima di tutto, gli artisti sono uomini che vogliono essere inumani”, credo invece di poter dire che Antonio Farina, oltre che un grande pittore, è prima di tutto un grandissimo “essere umano”, con tutte le implicazioni che comporta questa, storicamente drammatica, definizione.
Nasce a Latina nel 1951, in una realtà ancora formalmente embrionale e sviluppa il suo senso artistico grazie all’aiuto di uno zio che gli permette, ancora giovanissimo, di formarsi in botteghe prestigiose a Todi e in Francia, dove incontrerà peraltro sul suo cammino di formazione l’ormai anziano maestro avanguardista Marc Chagall.
La sua evoluzione non è però basata sulla sola arte pittorica anzi, la sua base culturale parte dall’arricchimento personale acquisito attraverso l’osservazione attenta e la lettura: “Una volta – mi racconta – mio zio Corrado (sopracitato ndr) mi portò un testo di Apollinaire e mi disse di leggerlo per intero, allora lo sfogliai e gli risposi che al suo interno non vedevo nessuna figura. L’utilità di questa lezione l’ho capita negli anni, ho capito che se non mi fossi soffermato sulla creazione di fondamenta forti non avrei mai potuto, nei miei quadri, trasmettere nulla agli altri”.
Il suo ritorno a Latina a metà degli anni settanta fu un punto di svolta, forte dell’impostazione avanguardista e metafisica, iniziò la sua attività espositiva e fondò, un decennio dopo, il “Gruppo Arti Figurative 80” insieme a Pietro Piccoli.
Le sue desertiche periferie urbane, le sue simmetrie, i suoi doppi, ricordano molto le nostre paludi e il vuoto culturale di una città giovane ma senza impulsi, di una città potenzialmente ricca di input ma senza voglia di fare, intimorita dagli schemi mentali e sociali: “Negli anni settanta – dice – a Latina c’erano parecchi spazi espositivi tra cui alcuni di rilevante importanza non solo a livello locale. Oggi un giovane artista non può più esprimersi, non esistono più spazi e non esiste più neanche la voglia di crearne. Mi sono preoccupato personalmente di rendere utilizzabile la vecchia “Casa del combattente” a piazza san Marco tramite l’istallazione di luci e pannelli, ma oggi l’arte si osserva e consuma al bar, si guarda tutto di sfuggita, è una bella iniziativa ma si è perso il gusto di ricercare qualcosa che va aldilà del bello estetico del quadro, si è persa la curiosità di scoprire e riscoprirci. E questo non fa che impoverire noi e tutto ciò che abbiamo intorno.”
La politica poi è l’arma migliore che l’uomo abbia inventato (o scoperto?) per spegnere gli entusiasmi. Quest’anno Antonio Farina festeggia i quarant’anni di carriera, è un artista che ha esposto a New York e a Tokio negli anni ‘90, e per la celebrazione si è dovuto rivolgere ad un altro comune, il nostro non era disposto a proporre nulla se non dietro oneri molto profumati; e pensare che abbiamo una pinacoteca in disuso, lasciata al suo destino da tutte le amministrazioni che sono curatrici “artistiche”, sì, ma dei loro interessi.
Lo spirito propositivo dell’artista però, fortunatamente, non si ferma davanti a queste congiunture sfavorevoli, infatti partirà a breve un progetto provocatorio chiamato “Parking Art” già in voga in molte capitali europee. L’iniziativa consiste nell’occupazione regolare dei parcheggi comunali tramite installazioni artistiche, per la prima volta vedremo i fatidici bigliettini del consorzio Urbania campeggiare sulle tele invece che sulle macchine per la felicità degli ausiliari dl traffico. L’artista ha in modo simpatico commentato quest’iniziativa dicendo: “Non è meglio una bella tela colorata piuttosto che un ammasso di lamiere?”.
In conclusione quello che mi auguro, è che personalità di così insigne risalto e iniziative così importanti possano, finalmente e una volta per tutte, risvegliare l’animo addormentato di questa nera realtà, un famoso detto non a caso recita: “Impara l’arte e mettila da parte!”.
Per informazioni aggiuntive sull’opera di Antonio Farina invito a visitare il sito: www.myspace.com/farina_antonio. Buon arricchimento!

In memoria di Mauro Rostagno


di Alessandro Lanzi
Mauro Rostagno è purtroppo una delle tante vittime della mafia, che come molte altre è caduta nell’oblio.
Nasce a Torino il 6 marzo 1942 e vive l’intera giovinezza all’insegna dell’attivismo politico (è tra i fondatori di Lotta Continua) e sociale (è fondatore nel ‘76 del centro culturale “Macondo” e nell’81 del centro per il recupero dei tossicodipendenti “Saman”). In Sicilia vive gli anni decisivi della sua vita, o meglio della sua morte. Dal 1986 inizia a lavorare come giornalista per l’emittente televisiva trapanese RTC. La tv si sa è lo strumento di comunicazione più potente e così non esitò ad usarlo per denunciare pubblicamente l’amministrazione trapanese, il disagio dei cittadini per l’assenza dei servizi, la criminalità, ma soprattutto le collusioni tra mafia e politica locale, facendo nomi e cognomi.
E’ evidente che Rostagno è un personaggio scomodo, uno di quelli che cerca la verità, che denuncia in tv, quindi uno di quelli cha va eliminato.
Circa un mese prima della morte, all’imbrunire, era parcheggiato nell’aeroporto abbandonato di Chinisi, quando ad un tratto notò un aereo militare in fase d’atterraggio ed il contemporaneo sopraggiungere di auto militari.
In possesso di una telecamera, Rostagno inizia a riprendere quanto vede:
uno scambio di casse contenenti armi destinate probabilmente alla Somalia, in cui ricordiamo scoppiò poi nel ‘91 una guerra civile. Il 26 settembre 1988, mentre faceva ritorno a casa viene ucciso nella sua auto con 7 colpi, all’età di soli 46 anni.
Dopo 21 anni di impunità, nel 2009 è stato condannato all’ergastolo Vito Mazzara con l’accusa di essere l’esecutore dell’omicidio eseguito su commissione del boss Virga, già condannato nel 2001.
Spero che la vita di Rostagno, così come quella di molte altre vittime sia soprattutto per noi giovani d’esempio per lottare uniti contro l’illegalità, non dimenticando come diceva lui che “noi non vogliamo trovare un posto in questa società, ma creare una società in cui valga la pena trovare un posto”.

Mani Festanti


di Pierpaolo Capezzera
Roma, 1 Settembre 2010 ore 17:30 - Chiunque si trovasse in Via del Corso a quell’ora ha potuto assistere ad un evento di importanza storica: un assembramento di giovani manifestanti, fanciulle e donzelle di ogni età, forma e colore, radunatesi con lo scopo di rivendicare i propri diritti… musicali. Infatti, queste indomite, agguerrite, combattive ragazzine altro non erano che le fans dell’ennesima trovata commerciale del panorama discografico internazionale: i Tokio Hotel, vale a dire un gruppo di ragazzini dai dubbi gusti musicali (nonché estetici) che ha deciso di unirsi ad altre band nella lotta alla vera musica. E allora, come non supportare questa battaglia, scendendo in campo al fianco dei nostri eroi, armati di cartelloni, t-shirt e quant’altro di evocativo si abbia a disposizione? È evidente che questa marcia apologetica, più che suscitare ilarità ed una sorta di mieloso disgusto in chi, come il sottoscritto, ha assistito alla scena, non arreca danni a nessuno, ma stimola un inquietante interrogativo: sarebbe questa folla urlante disposta ad imbracciare i propri ornati vessilli, e consumare le tonanti ugole per difendere cause meno futili? Temo proprio di no. Dubito, infatti, che cotanta passione sia stata riversata, da questo colorato corteo, in un evento drammatico per l’intera comunità civile come la morte di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica, ucciso nei giorni scorsi dalla criminalità organizzata. È vero, però, che molti giovani hanno partecipato alla vicenda, partendo da varie città, tra cui anche Roma, per esprimere il proprio sdegno per ciò che è accaduto, e la propria solidarietà a quanti hanno raccolto l’eredità del sindaco, supplendo così all’assenza dei moltissimi, troppi, ignoranti (in tutte le accezioni di questo termine) che continuano a sostenere e rincorrere il nulla. Se, dunque, sperar di tornare alle manifestazioni sessantottine probabilmente è sbagliato ed anacronistico, pretendere almeno un minimo di senso civico e sociale è forse troppo?

Guardiamo la Luna sabato sera?


Sabato 18 settembre, in occasione della “Giornata Mondiale della Luna”, presso il Planetario “Livio Gatton” del Liceo Scientifico G.B. Grassi avrà luogo un “Moon Watch Party” in piena regola. Dalle ore 18 alle ore 23 l'ingresso secondario su Via S.Agostino sarà aperto al pubblico, e, nei piazzali adiacenti al Planetario, grazie ai telescopi messi a disposizione dall’Associazione Pontina di Astronomia, sarà possibile vedere i Mari e Crateri lunari e porre domande agli esperti. È inoltre prevista una visita al Planetario in gruppi di trenta visitatori per volta, selezionati in ordine di prenotazione, per conoscere e vedere in funzione una struttura unica nel panorama pontino. L'evento sarà coordinato dal prof. Enzo Bonacci responsabile del Planetario. Nel sito dedicato a "La Notte della Luna" www.media.inaf.it/moonnight è anche possibile scaricare la mappa della Luna così come la si vedrà il 18 settembre. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare i seguenti siti http://xoomer.virgilio.it/enzobonacci/ e www.astronomiapontina.it.

martedì 7 settembre 2010

Un altro sabato


di Riccardo Di Santo
Oggi è martedì 7 settembre: manca poco che le scuole riaprano, che il lavoro torni a stressare, e che il freddo torni a rinchiuderci nelle nostre case schiavi di quella scatola che ci lancia falsità di buoncostume in faccia. Ed è per questo che il week-end (o fine settimana per gli amanti della crusca) riveste un ruolo cosi importante per la nostra città e, oramai, per la nostra società, sopratutto considerando il sabato: quel giorno prima della domenica in cui è possibile riversare ansia, stress e svuotare la mente uscendo con amici, fidanzati/e o semplicemente con la propria famiglia per le vie di Latina illuminate dai lampioni e popolate di vita che non sia lavorativa ma piuttosto animata dagli schiamazzi senza senso. O perlomeno è cosi che il Latinense medio s'immagina tale giornata. Vedete, dopo circa 21 anni tra alti e bassi in questa città del basso Lazio passati con la stessa tipologia di uscita sabato dopo sabato, mi vedo abbastanza ferrato nella materia da permettermi un commento. Il classico tipo di serata che si può gustare a Latina è il seguente: si inizia con un aperitivo nel tardo pomeriggio (verso le 7), che è necessario per pianificare la serata. La scelta usualmente si divide fra pizzeria, pub, panineria oppure i “mitici” bugigattoli che per un prezzo contenuto rifilano quantità di carne anormali. Certo per i più coraggiosi sono disponibili ampie varietà straniere di ristorante, a partire dall'onnipresente Cinese fino al più mite Indiano, passando per il Kebab fino all'ormai classico Mcdonald’s. Passata la fase della cena, ai giovani pontini non tocca che decidere in quale locale andarsi a sedere in attesa o di una nottata in discoteca o di un atteso sonno ristoratore. Detta cosi la serata può sembrare anche variabile e divertente ma ripeterla settimana dopo settimana può portare ad un esaurimento nervoso visto il continuo ripetersi di gesti e operazioni di routine. Per quanto riguarda la presenza di locali o la loro disposizione, ciò non è responsabilità del comune, ma di certo sull’organizzazione di eventi o sul controllo di viabilità di tali notti l'indice và puntato proprio sulle nostre istituzioni. Sia chiaro non un indice accusatore ma uno di consiglio che suggerisca ai competenti ciò che si potrebbe fare: isole pedonali, concerti in piazza, attività culturali, per l'infanzia e per la età avanzata. Le piazze e gli spazi li possediamo, che cosa aspettiamo a vivere la nostra città?

Torneremo


di Stefano Pietrosanti
“Volveré y seré milliones.” Perfetta immagine incastonata in un ottonario altrettanto semplice e perfetto.
Torneremo e saremo milioni.
Lo disse Eva Peron prima di morire, o di fuggire, non ricordava bene. D’altronde, Eva Duarte Peron non era ancora nata e lui non avrebbe dovuto sapere nemmeno lo spagnolo, ma ricordava – a tratti – frammenti di futuro.
Confinato in un letto bianco, in una vestaglia bianca, stremato. Farfugliante, i baffi incolti, lo sguardo triste.
“Da quali stelle siamo caduti per incontrarci qui?”
Questa frase l’aveva pronunciata lui, nel passato, ma a volte non ne era sicuro.
La sorella lo mise seduto, lo convinse ancora una volta a mangiare. Chi era poi lui? Bacco, il Crocifisso, un verme, un granello di sabbia; solo un modo complicato di dire che non era. Certo non poteva più parlare. Certo, ecco chi era, ecco! La Parola! Friederich Willelm Nietzsche.
Saremo milioni. Saremo milioni perché già lo siamo stati, lo siamo, lo saremo.
Se lo spazio facesse le veci del tempo, vedremmo un’infinità di fotogrammi allinearsi in file perenni di una consequenzialità nuova e senza definizione; camminerebbero sullo scorrere dei secondi, gli anni sarebbero solo solchi sulle loro strade.
Punti focali di vite permeate dalla nostalgia di se stesse.
“Da quali stelle siamo caduti per incontrarci qui?”
“E soprattutto perché siamo caduti?” lo pensava, steso nel letto, sottoposto alle cure diligenti e sorde della sorella, ma non poteva dirlo, non poteva urlarlo, così tanto aveva tenuto dentro questo, così tanto.
Solo l’eccessiva pienezza, d’altronde, porta all’esondazione.
Anche la musica. Ora sapeva. Non Uomo, non Dio, non Mondo. Ricordava perfettamente il momento in cui era tracimato, in quello slargo a Torino, con in cielo un tramonto giallo sui palazzi pietrosi (o erano case di piccoli mattoni e malta strana, da farsi un secolo dopo?). Tutto era avvenuto in due momenti: prima un’immaginazione. Era fermo nel suo tabarro sul marciapiede umido, si era pensato steso in un letto, abbracciato a una donna cui carezzava i capelli castani. Si era avvicinata una carrozza. L’abbraccio continuava silenzioso nella sua mente e lui si era sentito come sbilanciato, come sul ciglio di un dirupo. Il cocchiere aveva frustato l’animale. Una, due volte. Del sangue era schizzato attorno. Lui era tracimato con quel sangue. Con un singhiozzo strozzato, era caduto.

Sei miliardi di Altri


di Claudia Giannini
Per comprendere la particolarità di questo progetto, bisogna tener presente le categorie spazio temporali in cui ha avuto luogo.
Lo spazio effettivo è quello del museo dei Fori Imperiali, che automaticamente riporta indietro nel tempo. L'ambizione di questa iniziativa però, è quella di ampliare gli spazi sociali definiti.
Abbattere le barriere per scoprire le diversità e al contempo scoprire che poi non si è molto diversi. Per farlo la fondazione GoodPlanet, nelle persone di Sibylle d'Orgeval e Baptiste Rouget-Luchaire, ha fatto letteralmente il giro del mondo.
Gli operatori hanno attraversato i cinque continenti armati di macchina da presa, intervistando uomini e donne del posto su argomenti importanti quali la felicità, la sofferenza, la diversità, il coraggio e tematiche sociali come l'immigrazione e la povertà.
Il risultato di queste interviste è stata una sequenza di video, semplicemente volti e parole, rigorosamente in lingua originale con sottotitoli in inglese.
Entrando nel percorso video-uditivo pur restando con i piedi sulle rovine di Roma, si viaggia intorno al mondo e nelle esperienze di persone comuni.
Un'ultima parola per questo progetto? Arricchimento. E un consiglio: affrontare il percorso in solitudine, con i propri tempi, per entrare in mondi diversi senza distrazioni, abbandonando i pregiudizi e lasciando libera la propria curiosità.
Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali dall'11 giugno al 26 settembre 2010. Da martedì a domenica ore 9.00 - 19.00. Biglietto intero 8 euro, ridotto 6 euro)

Un paese legge Dante


di Matteo Napolitano
Il giorno venerdì 10 settembre il comune di Sezze in collaborazione con l’associazione culturale “Le colonne” presenta: “Un paese legge Dante”.
A dare il via alla manifestazione, alle ore 9.00 dalla sala del sindaco a Palazzo De Magistris, sarà la lettura del Canto I dell’Inferno condotta dal dottor Andrea Campoli, sindaco della città.
La lettura dilagherà poi nel corso della giornata nelle strade, nelle piazze, nei centri estetici, negli uffici, nell’ospedale e nei campi agricoli per concludersi a partire dalle 21.15 all’auditorium “M. Costa” dove gli ultimi dieci canti del Paradiso verranno letti da personalità che hanno dato risalto alla città di Sezze in Italia e all’estero, per citare alcuni nomi: Beppe Basile, noto batterista, Daniele Nardi, scalatore dell’Himalaya e Filippo Simeoni, campione italiano di ciclismo.
Per maggiori informazioni e per il programma dettagliato della giornata invito a visitare il sito dell’associazione all’indirizzo http://www.lecolonne.net/eventi_37.html.
Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. Buon divertimento!