mercoledì 27 aprile 2011

Cosa succede in Italia



di Stefano Pietrosanti



Mi ritrovo nuovamente a sentire il bisogno di spiegare quello che succede nel mio paese, da una parte perché credo che più che mai oggi ci sia necessità di parlare sopra divisioni e frontiere di cartapesta che tracciano come un brutto disegno ornamentale un corpo politico, l’Europa, che è unificato dai suoi stessi problemi, dall’altra perché, nel tentativo di spiegare, ho la certezza di prendere la migliore via per comprendere al meglio io stesso la situazione che vivo. Perché questa situazione è grave.

Giovanardi, il merlo e la Par Coglionem





vignetta da Il Post



di Andrea Passamonti


Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia, ci ha abituato a prese di posizione alquanto radicali. Non c’è quindi da sorprendersi se qualche giorno fa il paladino della “famiglia naturale fondata sul matrimonio” si sia schierato apertamente contro il manifesto di Ikea che promuovendo l’adesione della sua carta fedeltà Ikea Family, la dichiarava “aperta a tutti i tipi di famiglia” accompagnando il messaggio con una foto di due uomini mano nella mano.

La solita campagna (elettorale)



di Riccardo Di Santo



Provate ad uscire dalla nostra città. Non importa dove, al vostro ritorno (prima delle famigerate elezioni) vi ritroverete accolti, anziché da informazioni sulla bella città che state per visitare, da una schiera di cartelli e cartelloni. Facce e slogan vecchi come il cucco: città sicura! No, anzi, città che cambia! Contrordine, città del futuro, oppure meglio, città che cresce?

Risparmiare sulla benzina con le Pompe Bianche



Benzina e Diesel sono ai massimi storici e molti automobilisti si appellano alla fortuna, sperando di trovare qualche occasione che permetta di risparmiare. Non sono molte le Pompe Bianche, quei distributori indipendenti dalle multinazionale del petrolio che apportano una riduzione di qualche centesimo/l.
Da qualche tempo, però, molti siti web, tra cui segnaliamo pompebianche.net, offrono la possibilità di trovare queste oasi nel deserto attraverso l’utilizzo delle mappe di Google. Un semplice clic può far risparmiare decine di euro l’anno.
Buon rifornimento!

martedì 19 aprile 2011

Roma nel ‘700: il fascino dell’antico


di Lucia Orlacchio
Il ‘700 romano è caratterizzato dalla riscoperta dell’antichità classica, che porta l’Urbe Capitolina al vertice della fama internazionale. L’antico rivive nel XVIII sec. grazie ad una fervente attività di scavo che rende Roma un vero e proprio “cantiere a cielo aperto”: artisti ed intellettuali della modernità cosi si confrontano con il mondo classico che diviene punto di riferimento per le arti, l’erudizione e il gusto.

Aspettando il referendum, Fukushima mon amour


di Martina Nasato
Thomas Hobbes diceva: «Non imparare dai tuoi errori. Impara dagli errori degli altri così che tu non possa farne».
Mancano meno di due mesi al referendum sul nucleare (che conterrà quesiti anche in merito alla privatizzazione dell'acqua pubblica e al legittimo impedimento), eppure l'Italia sembra vivere in una bolla. Nuove notizie, più scarne e sporadiche, ma comunque desolanti, arrivano da Fukushima, però vengono pubblicate sempre più giù, dopo le novità sul Presidente del Consiglio, il campionato di calcio, e i litigi fra Maroni e l'Europa circa la questione dei rifugiati libici e tunisini.

Elezioni comunali, tra volti nuovi e volti furbi


di Claudia Giannini
Le elezioni sono alle porte, ma ancora non è tempo di bilanci. Si può tentare però di soffermarsi su alcuni aspetti significativi dell’orizzonte politico locale, in tempi di campagna elettorale. La battaglia principale è quella tra i favoriti aspiranti sindaci: da una parte la faccia di bronzo di Di Giorgi, che tenta di presentarsi come novità, rischiando di cadere nel grottesco. Dall’altra Moscardelli, eletto a rappresentante di una sinistra che ancora cerca identità, specchio locale della triste realtà nazionale. Da un lato sembra di sentire l’eco Gattopardiana del “tutto cambi affinché nulla cambi”, dall’altra l’eco democristiana sotto la copertina del PD.

martedì 12 aprile 2011

Nel meraviglioso mondo di Paolo Brosio


di Matteo Napolitano

Se non avete ancora letto i libri di Paolo Brosio potete tranquillamente crogiolarvi sui vostri divani e rimanere sicuri nelle vostre accoglienti case. Siete davvero ad un passo dalla salvezza.

Per quanto riguarda me, agnostico forte, anticlericale nonché lettore di Paolo Brosio, i lucchetti delle porte infernali sono già scattati da tempo, probabilmente da quando ad “Un passo dal baratro” sono scivolato su una saponetta intima al “Profumo di lavanda”.

Per guidarvi nell’analisi delle fitte trame narrative intesse dall’aitante ultrà della madonna si può iniziare, senza dubbio, con una perla che lui stesso ha donato misericordiosamente ai lettori e che recita testuali parole: “Se non hai fede (non Emilio, ndr) vai fuori di testa, il pendolino del dolore ti sconquassa”.

Ecco. Basta una frase per capire di che pasta sono fatti i racconti (di fantascienza) del buon Brosio. Parole messe una dietro l’altra in un’estasi infinita, in un fervore guidato dal dolore più profondo e dalla voglia di pubblicizzarlo, gli eventi che si susseguono sembrano portati per mano dallo spirito santo degli editori della Piemme che, in questo caso, hanno visto lunghissimo poiché hanno capito alla perfezione che gli italieni sono un popolo di polli, di creduloni passivi, di giuggioloni che restano attoniti davanti ad episodi che farebbero rabbrividire i più degni fan di “Guerre stellari” e i più attenti lettori di romanzi fantasy.

Volendo partire dal principio dovete immaginare una tiepida serata mondana condita da sesso estremo ed orgiastico, alcool e droghe di varia entità, perché è proprio così che si apre “Ad un passo dal baratro” di Brosio, proprio con questo scenario che lascia chiaramente intravedere una spiritualità “introspettiva” e ricercata, pronta a godere della tiepida brezza della presenza celeste che, tra un cocktail e l’altro, ha tirato il pizzetto dello scapestrato giornalista.

Da questo episodio inizia un processo di totale cambiamento, un’inversione di marcia dal diavolo all’acqua santa, dal “corpus prostitutae” al “corpus domini”, e allora via con pellegrinaggi, confessioni, guarigioni miracolose, preghiere estreme ed esperienze mistiche riportate, passo dopo passo, in un incessante fiera della banalità, a tratti, lesiva dell’intelligenza di coloro che della fede fanno una ragione morale ed etica di vita e non una ragione economica e pantomimica.

La strada che porta molti fedeli a Medjugorje è spesso una strada tormentata dal dolore ed io rispetto il dolore, anche quello di Brosio dovuto alla morte del padre e alla separazione dalla moglie. Quello che non riesco a rispettare sono le speculazioni sul dolore, sono le persone che fanno di trovate patetiche, come le visioni o i poteri magici di guarigione, un lavoro che porta all’illusione e alla derisione della dignità umana, dignità che va preservata dagli attacchi di ciarlatani e finti chiacchieroni folgorati sulla via di Damasco.

In conclusione, intimerei a chiunque si appropinquasse alla lettura di questi testi di argomento pseudo religioso di lasciarsi illuminare dalla sola ragione critica e non dalla più fetida, distruttiva e abbietta dabbenaggine. Così sia. Spero.

Cinquant’anni di stelle


di Pierpaolo Capezzera

Oggi, 12 Aprile 2011, ricorre il 50° anniversario del “primo uomo nello spazio”, il russo Yuri Gagarin. Anche per chi, nel 1961, non ha potuto assistere alla storica impresa, sicuramente questo nome risuona come una leggenda: a Gagarin, infatti, in Russia, sono stati intitolati stadi, centri d’addestramento, oltre ad asteroidi e opere di artisti celeberrimi, primo fra tutti Picasso. Il sogno dell’uomo che supera il mondo, che riesce a vederlo nella sua integrità (chiaramente fisica, nulla di trascendentale in ciò) si è finalmente realizzato. Vengono sollevati anche dei dubbi riguardo altri presunti cosmonauti che avrebbero “sorvolato” il nostro pianeta prima del russo (così come accadrà per Armstrong e la sua “passeggiata lunare” del 1969). Insomma, un evento di fama mondiale, forse uno dei più importanti avvenimenti della storia. Ed è incredibile pensare a come, in soli 50 anni, il progresso scientifico-tecnologico abbia fatto passi da giganti (altro che “un piccolo passo per un uomo”) in tempi sempre più ristretti: ora siamo in grado di costruire automi in tutto e per tutto simili agli esseri umani, vedere attraverso le pareti, costruire mezzi che viaggiano a velocità inverosimili, e molto altro. Ma, forse, questa velocità, questa rapidità, questo progresso incalzante sempre più agile e frenetico sta accelerando lo sviluppo della società umana in modo non troppo salutare. Con questo non voglio dire che il progresso è sbagliato (non potrei neanche scrivere in questo momento senza i suoi frutti), ma che forse superare non vuol dire necessariamente migliorare, il progresso tecnologico non è necessariamente progresso sociale. E forse dovremmo destinare la nostra attenzione anche a questo, magari impiegando le nostre forze (economiche ed intellettive) per qualcosa che aiuti l’uomo in prima linea: migliorie mediche, cure più efficaci e quant’altro. Insomma, “il cielo stellato sopra di me, la legge morale in me”.

Club Europa


di Alessandro Lanzi

Nell'undicesimo secolo si verificò il cosiddetto “rinascimento giuridico”, dovuto per larga parte alla nascita della Scuola di Bologna, (la prima università laica d'Europa), il cui maggior merito, riconosciuto anche nei secoli successivi, fu quello di prescindere nella considerazione dell'uomo dai suoi attributi particolari. Non si parlava più, quindi, di “homo gallicus” o “homo germanus”, ma soltanto di “homo”. La conquista fu rilevante ed è la mamma della formulazione dei diritti fondamentali riconosciuti a tutte le persone, senza eventuali classificazioni.

Nel sentire, invece, in questi giorni il particolarismo che qualifica gli uomini, che sono costretti a fuggire dalle loro terre, in guerra a tutti gli effetti, ed essere considerati per categorie, sulla base della cittadinanza, della modalità d'arrivo, della durata della loro permanenza e così via, mi fa pensare che stiamo facendo un notevole passo indietro.

Sarà forse che per inclinazione naturale sono più devoto all'idea di individuo in quanto tale, che non alle sue particolarità, per lo più giuridiche o religiose. Queste ultime sono state sventolate come vessilli della nostra identità europea fino a ieri. Quanto siamo stati ammorbati con il dibattito delle radici cristiane dell'Europa? E quanto con la cittadinanza europea? Ecco d'un tratto, che il primo problema, sicuramente di grandi proporzioni e straordinario, come l'accoglienza di una pluralità di individui provenienti semplicemente da altrove, fa fare un passo indietro a tutti i parolieri di ieri.

Il cristianesimo della solidarietà, della fratellanza e dell'accoglienza cede il passo all'allontanamento di chi arriva in condizioni precarie. L'europeismo dei diritti fondamentali lentamente affoga con i barconi, mentre riaffiora l'idea delle frontiere. Giustamente molti si chiedono a cosa serve questa benedetta Europa, che pare abbia rispolverato quell'anima liberista che l'ha vista nascere e crescere. Speriamo soltanto che l'azione europea dei prossimi mesi sia ispirata dall'idea che c'è in gioco la vita di esseri umani, altrimenti quest'Europa finisce per diventare di fatto un club privato di tennis, dove per giocare ci vuole l'euro.

Montaigne, per un nuovo umanesimo


Venerdì 15 aprile ’11 alle ore 17.30 presso il “Caffè Ipazia”, situato all’interno del liceo scientifico “G.B. Grassi” di Latina, via Padre Sant’Agostino, 9, si terrà un incontro-dibattito dal titolo: “Montaigne, per un nuovo umanesimo”.

Per l’occasione sarà presente il prof. Nicola Panichi dell’Università degli studi di Urbino coadiuvato dal preside Gaspare Cecconi e dal prof. Donato Maraffino.

Partecipiamo numerosi!

martedì 5 aprile 2011

L’autobus di Kerenskij

di Stefano Pietrosanti

Dice, ma ora Pennacchi s’è messo in testa di fare la lista fasciocomunista a Latina? Sì, tanto vero che ci fanno il sondaggio sul Futurista. Bene, cominciamo dai dubbi: “i fascisti sì che avevano senso dello Stato?” (almeno così riporta Repubblica il discorso dello scrittore), come no, il problema mio è di quale Stato avevano il senso. Ovvero, non è che lo Stato sia un’entità astratta e immutabile, lo Stato è la formalizzazione giuridica di una certa idea di come governare la società. L’idea che avevano i fascisti dello Stato, era l’idea di quello Stato totalizzante che amalgama con la forza i corpi sociali e costringe all’adesione etica ed estetica i cittadini, privando della totalità dei diritti politici coloro che non concordano. Oltretutto, a conferma dei dubbi che mi salgono se penso al senso dello Stato dei fascisti, mi torna in mente la riflessione all’epoca fatta da Gasset, cui sembrava che il fascismo avesse la particolarità di non essere solo illegittimo come tutti i movimenti rivoluzionari (illegittimi in quanto rivoluzionari), ma di essere illegittimo anche dopo la rivoluzione, esprimendosi in realtà come una forzatura dello Stato precedente, mai fino in fondo abolito. Questo perché aveva tra i suoi ingredienti fondamentali una bella dose di Sorel e di idolatria dell’azione diretta, l’opposto di ogni legittimità, il che mi rende piuttosto convinto che più che di senso dello Stato, si potrebbe parlare di spiccato senso della Forza e, inizialmente, delle buone occasioni.


Dice che lui s’è scocciato di destra e sinistra, che non servono più a niente e bisogna fare il partito degli uomini onesti e competenti che rimetta in piedi la baracca. Bello assai, ma a me rimane il dubbio che il problema non sia delle categorie politiche, ma delle persone che le hanno riempite negli ultimi tempi e che proprio il voler cancellare le distinzioni, il voler fare la grande ammucchiata della brava gente sia pericoloso, perché cancella la possibilità di scelta e ammazza quel tipo di Stato che piace a me: lo Stato democratico e liberale. Dice che questo Stato democratico e liberale me l’hanno levato Berlusconi, la cricca sua e la sinistra incapace da sotto il sedere da un bel po’ di tempo. Dico che c’hai ragione e che nel breve termine forse è anche il caso di farla l’ammucchiata degli onesti, perché qui tocca rifondare lo Stato e ripensare la dimensione in cui vivere la statualità, ma a me rimangono i brividi ogni qual volta si eleva questa divisione tra persone che sanno fare e persone che non sanno fare a unica categoria della politica. Diciamo che, se non piacciono più destra e sinistra, gli schizzinosi si inventino nuove distinzioni che permettano di avere un’idea su come pensano di definire le loro scelte davanti a più opzioni ugualmente fattibili e sensate, perché altrimenti, pur con tutte le buone intenzioni, nel lungo termine questo Stato lo sfasceranno.


Insomma Pennacchi è entrato a gamba tesa sulla scena politica di questa palude. Nel mio piccolo, mi sento molto distante dalle radici di quello che dice: io sono un buon borghese felice di esserlo, l’unico autobus su cui mi sento onorato di salire è quello di Kerenskij e dei visi pallidi che ciclicamente nella storia, ben intenzionati, vengono sforacchiati dal popolo che si abbandona a miti, rumori e capi. Ma una radice la sento anche mia: Latina, il sole delle strade e se da quello che credo sia un casino ideologico uscirà un’opportunità di seconda bonifica per questa terra – che è la mia terra – tutto il mio appoggio a Pennacchi e alle sue matte crasi.

Il terremoto secondo Radio Maria


di Andrea Passamonti

Che le trasmissioni radiofoniche religiose possono nuocere gravemente alla salute lo aveva fatto notare una decina di anni fa Striscia la Notizia, dimostrando come l’inquinamento elettromagnetico delle antenne di Radio Vaticana fosse superiore ai limiti consentiti dalla legge.

Oggi, dopo le dichiarazioni del vicepresidente del CNR de Mattei a Radio Maria a proposito del terremoto in Giappone, è innegabile che possono nuocere gravemente anche al buon senso.

Roberto de Mattei, seconda carica del più importante ente di ricerca pubblico in Italia, è intervenuto sull’emittente Mariana a proposito del recente terremoto con un’interpretazione piuttosto originale: no, non si accenna a una nuova teoria della tettonica a placche, né a una conferma delle tesi complottiste che vorrebbero lo tsunami come arma utilizzata dagli americani per ricattare i vecchi nemici di Pearl Harbor. L’originalità sta nell’attribuire la causa del terremoto al dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Per de Mattei “Davanti alle grandi catastrofi noi vediamo la superficie delle cose e non la loro intima sostanza: vediamo la potenza livellatrice del cataclisma, ma non vediamo il disegno di Dio nascosto sotto la forza cieca della natura”. In sintesi, de Mattei considera le catastrofi un male relativo, perché “o sono un richiamo paterno della bontà di Dio, o sono esigenze della divina giustizia, che infligge un castigo meritato, o sono un tratto della divina misericordia, che purifica le vittime aprendo loro le porte del Cielo. Perché il Cielo è il nostro destino eterno”.

Non è intenzione di questo articolo riportare de Mattei sulla Terra, né convincerlo dell’insensatezza delle sue tesi: ognuno la pensa come vuole, anche se dal vicepresidente del Cnr ci si aspetterebbe ben altro. Piuttosto il fine (dell’articolo, non di Dio) è quello di evidenziare due differenze nell’atteggiamento dei cristiani nei confronti della scienza.

Il primo atteggiamento è quello di de Mattei, che sembra anteporre a qualsiasi evento terrestre il dettato divino della Bibbia, che proprio in quanto divino dovrebbe ritenersi infallibile. Se la scienza va contro le Sacre Scritture sarà la scienza a errare.

Il secondo può essere impersonato da Philip Henry Gosse (1810-1888). In “La creazione e P.H. Gosse”, Jorge Luis Borges illustra la teoria di questo zoologo inglese che nel libro Omphalos (Ombelico, con sottotitolo: “Tentativo di sciogliere il nodo geologico”) cerca di trovare una soluzione al dilemma della creazione: come può la Genesi, che richiede per la creazione del mondo solo sei giorni, essere compatibile con la moderna paleontologia (moderna nel 1857), che esige milioni di anni? Gosse elabora una teoria che prende le mosse dalla legge di causalità di Mill (lo stato dell’universo in qualsiasi istante è conseguenza dell’istante precedente), che non esclude un possibile intervento divino che interrompa la serie infinita. Per lo zoologo però l’intervento divino può accadere non solo nel futuro, ma può già essersi verificato nel passato (La creazione, appunto). Il passato precedente alla creazione, per Gosse, diventa un passato apparente. Solo ciò che è avvenuto posteriormente alla creazione può dirsi reale.

Non è questo il luogo adatto per analizzare il pensiero di Gosse, ovviamente rifiutato dalla scienza. Basta qui constatare la differenza tra chi sembra rifiutare la scienza per accettare solo la fede (de Mattei) e chi, riconoscendo indirettamente il risultato della prima, prova ad adattarvi la seconda.

Questo dunque si richiederebbe a de Mattei: cercare di trovare una compatibilità tra la scienza e la sua fede, sapendo che in caso di attrito sarà quest’ultima con tutta probabilità a essere sbagliata. Non gli resterà quindi che abbandonarla (la fede, non la scienza).

Se tra le due cose volesse anche avere il buon senso di dimettersi, la scienza tutta gliene sarà grata.

Certezze che fuggono


di Riccardo Di Santo

Questo 2011 ha compiuto soltanto 4 mesi eppure i ricordi di un tranquillo anno passato sotto il profilo geopolitico (almeno nella nostra convinzione) sono stati sommersi da una marea di informazioni e novità che ci fanno realmente capire come sia diventato veloce questo mondo globalizzato e collegato tramite rete. I paesi del nord Africa, spinti da una fama di giustizia e di diritti che cresceva ogni giorno vedendo su Youtube e nei blog in lingua Inglese la differenza tra loro e l’altra sponda del Mediterraneo, sono entrati tutti in rivolta: dall’Algeria all’Egitto i giovani popoli sono in rivolta. I regimi cascano uno alla volta, tranne in Libia dove è in corsa una lunga e sanguinosa guerra civile ed in Algeria dove il governo è stato costretto a parlamentare coi rivoltosi, e un’onda di ragazzi e giovani coppie vengono a bussare per ottenere i diritti che sbandieriamo nelle nostre tv occidentali. Il Giappone terra di orgoglio e tecnologia è stato messo in ginocchio da un terremoto di valore 9.0 sulla scala Richter facendoci dubitare (giustamente) sul ritorno anacronistico al nucleare in Italia. Marchionne scappa in America per evitare lo schifo in cui la torta si divide tra sindacalisti, politici e amministratori locali mentre gli operai lavorano dovendo scegliere tra lavoro e diritti. Nei programmi si discute tra comunisti e dittatori pelati mentre pagliacci costruiscono campi da golf in mezzo alle pietre, ma noi ci incazziamo perché dobbiamo mantenere questi maledetti immigrati che, pensa un po’, tentano di suicidarsi “solo” perché non si fanno la doccia o non mangiano un pasto decente da 2 settimane. Che scappano come lepri nei campi di puglia e sono inseguiti con i cavalli per essere riportati nel campo. Cosi rompicoglioni che dormono per terra nelle stazioni della Liguria per scappare dall’Italia e andare in Francia (e ciò ci dovrebbe far riflettere sul perché). E intanto l’Aquila è dimenticata nei suoi cantieri e i palazzi avvelenati dalla camorra e dalla n’drangheta crollati li sono gli stessi che probabilmente ci troveremo all’Expo 2015 di Milano, figuratevi se fossero loro a fare anche la centrale di Latina che bel lavoro uscirebbe!! Che dite, riflettiamo su tutto ciò o passiamo alla Ventura che si butta dell’Elicottero?

Acoustic Floyd al teatro Cafaro


Sabato 9 Aprile presso il teatro A. Cafaro di Latina si svolgerà il concerto della band romana Acoustic Floyd, che proporrà una versione rivisitata dei brani dei mitici Pink Floyd. Lo spettacolo è assicurato. Per informazioni potete rivolgervi alla biglietteria del teatro o chiamare il numero 3357182657.