martedì 28 settembre 2010

Umberto il Gallico


di Andrea Passamonti

“Nel 50 avanti cristo tutta la Gallia è occupata dai Romani. Tutta? No! Un villaggio dell’Armonica abitato da irriducibili Galli, resiste ancora e sempre all’invasore”. Per molti queste parole non vogliono dire nulla, ma per i cultori delle avventure di Asterix e Obelix ricordano certamente il modo in cui Goscinny e Uderzo iniziavano i loro fumetti.

Caduti per qualche anno nell’oblio, i valorosi Galli sono stati riesumati dall’altrettanto valoroso Bossi, che ieri ha deciso di reinterpretare l’acronimo S.P.Q.R., già modificato da Obelix, in Sono Porci Questi Romani. Non è la prima volta che Bossi si cimenta in revival pseudo-storici. Già nella fiction “Barbarossa” il Senatùr aveva ottenuto un cameo, ma probabilmente non era abbastanza e assistito dall’onnipresente Trota ha deciso di valicare idealmente le Alpi richiamando le truppe contro l’invasore romano. Leghisti-Galli, insomma, che con l’aiuto di una nuova pozione magica - si potrebbe finalmente spiegare il famoso “ce l’abbiamo duro” - continuano a resistere all’avanzata del rammollimento proveniente dalla capitale.

Per certi versi le analogie tra i Galli e i Padani sembrerebbero fermarsi qui. Lo si nota semplicemente guardando il contesto in cui nasce la sparata: difficile immaginare un Gallo alle selezioni di Miss Padania.

Ma forse non è del tutto vero: il villaggio gallico è composto per la maggior parte da abitanti ignoranti, litigiosi, xenofobi e guerrafondai. Ed è il solo Asterix che riesce a riaccendere il lume della ragione tra i suoi. Quell’Asterix che il popolo leghista non ha mai trovato.

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