martedì 14 settembre 2010

In memoria di Mauro Rostagno


di Alessandro Lanzi
Mauro Rostagno è purtroppo una delle tante vittime della mafia, che come molte altre è caduta nell’oblio.
Nasce a Torino il 6 marzo 1942 e vive l’intera giovinezza all’insegna dell’attivismo politico (è tra i fondatori di Lotta Continua) e sociale (è fondatore nel ‘76 del centro culturale “Macondo” e nell’81 del centro per il recupero dei tossicodipendenti “Saman”). In Sicilia vive gli anni decisivi della sua vita, o meglio della sua morte. Dal 1986 inizia a lavorare come giornalista per l’emittente televisiva trapanese RTC. La tv si sa è lo strumento di comunicazione più potente e così non esitò ad usarlo per denunciare pubblicamente l’amministrazione trapanese, il disagio dei cittadini per l’assenza dei servizi, la criminalità, ma soprattutto le collusioni tra mafia e politica locale, facendo nomi e cognomi.
E’ evidente che Rostagno è un personaggio scomodo, uno di quelli che cerca la verità, che denuncia in tv, quindi uno di quelli cha va eliminato.
Circa un mese prima della morte, all’imbrunire, era parcheggiato nell’aeroporto abbandonato di Chinisi, quando ad un tratto notò un aereo militare in fase d’atterraggio ed il contemporaneo sopraggiungere di auto militari.
In possesso di una telecamera, Rostagno inizia a riprendere quanto vede:
uno scambio di casse contenenti armi destinate probabilmente alla Somalia, in cui ricordiamo scoppiò poi nel ‘91 una guerra civile. Il 26 settembre 1988, mentre faceva ritorno a casa viene ucciso nella sua auto con 7 colpi, all’età di soli 46 anni.
Dopo 21 anni di impunità, nel 2009 è stato condannato all’ergastolo Vito Mazzara con l’accusa di essere l’esecutore dell’omicidio eseguito su commissione del boss Virga, già condannato nel 2001.
Spero che la vita di Rostagno, così come quella di molte altre vittime sia soprattutto per noi giovani d’esempio per lottare uniti contro l’illegalità, non dimenticando come diceva lui che “noi non vogliamo trovare un posto in questa società, ma creare una società in cui valga la pena trovare un posto”.

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