martedì 8 settembre 2009

Le mille balle blu


di Riccardo Di Santo
Che la sincerità non fosse sempre stata pane della nostra classe politico-dirigente è un dato di fatto che qualsiasi italiano di buon senso dà per scontato, infatti è parte della nostra millenaria cultura l’abilità del riuscire a capire quando una persona vuole dolosamente raggirarci. Peggio ancora ci comportiamo di fronte all’ipocrisia, che tutti sappiamo intravedere con un minimo di conoscenza dei fatti e che spietatamente critichiamo tra un caffè e la lettura di un giornale. Cosicché assaporando i mass media nella loro quotidiana dispersione di notizie, affrontiamo situazioni che in gran parte d’Europa provocherebbero proteste e relative dimissioni, ma qui ormai neanche il più lieve sintomo di sorpresa. E allora cosa vuoi che importi che l’On. D’Alema gridi al pericolo per la democrazia e la libertà di stampa, proprio lui che come Presidente del Consiglio lodò Mediaset come “grande risorsa del Paese”? Cosa vuoi che importi che il Premier. Berlusconi di fatto minacci l’Unione Europea del blocco dei lavori se si avranno ancora critiche dell’operato dell’Italia (o semmai del suo governo in materia di accoglienza agli immigrati)? Soprattutto cosa vuoi che importi dopo che lo stesso è andato a fare un discorso commuovente in Tunisia all’insegna della fratellanza globale e dell’accoglienza in Italia per gli immigrati (cosa che la Lega Nord non accetterà mai in ordine di preservare la razza padana? Oppure cosa vuoi che importi che il talentuoso regista Tornatore risponda acidamente agli elogi del Presidente del Consiglio con supposta aria di superiorità, ma che poi il suo film “Baària” sia distribuito sia da Mediaset che da Medusa, entrambe di proprietà della famiglia del Premier (del genere “pecunia non olet”)? La risposta è semplice: finché ciò non ci creerà diretti problemi non ci importerà. Non ci sveglieremo dal nostro torpore civico per una e una sola ragione: il nostro opportunismo, anch’esso parte della nostra millenaria cultura.

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