martedì 2 febbraio 2010

Luca Barbareschi contro Spinoza


di Martina Nasato
Luca Barbareschi è un personaggio che si divide fra l'attività politica, il ruolo di attore e quello di regista, in quanto, come ha recentemente affermato lui stesso a un cronista de Il Fatto Quotidiano, lo stipendio di parlamentare (23 mila euro lordi mensili – benefit esclusi) non gli consentirebbe di andare avanti. “Spinoza”, invece è un famosissimo ed esilarante blog, che propone satira acuta e tagliente ideata da persone comuni, anonime. Cosa accomuna i due soggetti? Il fatto che, nella prima puntata di “Barbareschi Sciok” (programma in onda il venerdì sera su La7), il deputato Pdl abbia riportato delle battute dal suddetto blog senza citare la fonte. Com'era prevedibile, la cosa non è passata inosservata. Ma Barbareschi commenta sarcastico: “È buffo che da internet mi si rinfacci il diritto d'autore”. E invece così buffo non è, se si considera il fatto che, in veste di parlamentare, fu proprio Barbareschi a proporre leggi contro la pirateria digitale a tutela dei diritti d'autore. Le scuse addotte dall'onorevole/presentatore sono state ancora più fastidiose dell'atto in sé: “Questi signori non hanno capito nulla: il nostro programma è crossmediale, punta a mettere insieme mezzi diversi […]. Io porto la rete dentro la televisione generalista; con un guadagno, è ovvio: certo, io vengo pagato”. Mi sembra quasi superfluo far notare che un programma crossmediale citerebbe le fonti. Inoltre, è inaudito che un deputato venga pagato profumatamente per condurre uno show, nel quale, tra l'altro, la maggior parte di battute efficaci e video grotteschi è presa da internet. A schierarsi a fianco degli autori di Spinoza.it sono stati anche alcuni social-network, primo fra tutti Twitter, i cui utenti hanno creato veri e propri tormentoni ridicolizzando un'ormai nota frase di Barbareschi, “internet l'ho inventato io”. Nella seconda puntata, venerdì 29 Gennaio, il conduttore si è guardato bene dal continuare ad utilizzare le battute di Spinoza.it, e così, evidentemente a corto di idee, ha utilizzato gli hashtag pubblicati contro di lui su Twitter (i suddetti tormentoni) per creare delle contro-battute: risultato pietoso. Infine, la crossmedialità del programma si è rivelata un'arma a doppio taglio: già nella seconda puntata Barbareschi ha ricevuto, in diretta, una valanga di insulti via sms e via web. Ma, si sa, nella tv generalista tutto fa audience.

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