martedì 22 febbraio 2011

Vince Vecchioni e con lui la musica vera


di Claudia Giannini

Quest’anno ha vinto la poesia. L’ha portata Roberto Vecchioni sul palco dell’Ariston. Ha tolto di mezzo le canzonette sentimentali dei Modà di turno e per una volta ha vinto la musica vera. “Chiamami ancora amore”, un titolo semplice e diretto, che nasconde però un testo ricco di spunti riflessivi. Un occhio alla realtà della nostra Italia, tra ideali che non s’arrendono e giovani nelle piazze. Un inno accorato alla passione delle idee, alla dignità del lavoro, all’umanità dell’uomo.

La vittoria di Roberto Vecchioni dunque è grande cosa. Primo per la canzone vera, fatta da un pianoforte vero e da un testo ricco di contenuti. Secondo perché può essere interpretata come il simbolo di un’arte che non si piega al sistema. E per sistema intendo il circolo commerciale che trova la sua massima espressione nel Festival di Sanremo degli ultimi anni, dove si affermava Valerio Scanu con una canzone che scontata è dir poco, mentre l’orchestra disgustata lanciava spartiti in aria.

Gli Italiani hanno premiato l’arte. Unico rammarico il fatto che per parlare d’arte si debba guardare indietro, a un cantautore regalatoci dagli anni Settanta e arrivato fino ad oggi ancora con perle da regalarci. Nel frattempo i giovani, vedi Emma o la stessa Anna Tatangelo, si votano alla forma, che pure è importante, dimenticando però che qualsiasi forma d’arte è prima di tutto comunicazione ed espressione di contenuti. Che i giovani abbiano poco da esprimere, delusioni d’amore a parte? Assolutamente no. E ne sono l’esempio i tanti gruppi talentuosi sconosciuti al grande pubblico, ma apprezzati ad esempio dal popolo del web. Semplicemente il mercato musicale premia il connubio tra testi poco impegnativi e presenza scenica, condita da virtuosismi vocali. E chi vuole emergere, anche se i contenuti ce li ha, sceglie di lasciarli a casa per adeguarsi al target di superficialità richiesto.

Ecco perché Vecchioni è uno scacco. Arriva dal passato con una musica ricca e si afferma sulla leggerezza commerciale. Per una volta gli Italiani hanno premiato la poesia.

Che il risveglio dell’arte sia buon auspicio per il risveglio della società.

Nessun commento:

Posta un commento