lunedì 31 ottobre 2011

Fiaccole e voci per la legalità


Matteo Napolitano

Il giorno giovedì 27 ottobre 2011 si è svolta a Latina una fiaccolata di solidarietà per l'attentato malavitoso contro il “Villaggio della Legalità” di Borgo Sabotino (Latina).
La manifestazione pubblica, organizzata dalla CGIL di Roma e del Lazio e dalla sede di Latina, ha visto riunirsi in piazza del Popolo un buon numero di cittadini, “armati” di candele accese e indignazione per l'accaduto.
Ho potuto constatare di persona che l'atto barbarico nei confronti del Villaggio, gestito dall'associazione Libera e situato su un terreno confiscato alla mafia, ha suscitato molto clamore in città e non solo. La ragione credo sia da ricercare nel “cataclismatico” periodo storico che stiamo vivendo, un periodo segnato dalla profonda crisi economica e dalla disfatta della politica, un periodo delicato, altresì, per il nostro territorio, martoriato ormai da anni dalle influenze fondane e dalle incursioni della malavita organizzata nei giochi loschi del manipolo di sporchi manigoldi che occupano giornalmente le poltrone dei nostri consigli comunali.
La scossa sembra aver aperto un po' gli occhi anche ai soliti dormienti, adagiati forse sul clima favorevole ma umido della palude pontina, infatti, oltre ai soliti noti, ho visto volti nuovi, volti giovani e sorridenti, perchè anche e soprattutto questo conta, lo spirito e la gioia racchiusi nella partecipazione sentita. La legalità non risiede e non può risiedere nei soli faldoni dei tribunali o nelle facce incartapecorite di chi la propina come “valore assoluto” in campagna elettorale, la legalità deve trasparire dai volti, uscire dalle bocche ed essere curativa e benefica del tutto, per non rischiare di lasciare un mero effetto “placebo”.
Sono un pacifista e credo ancora nel valore delle idee e della politica come direzione, la fiaccola per me significa continua rinascita e vorrei che la fiaccolata fosse letta non come veglia funebre “in nome di” ma come punto di “partenza per”, anche se, e di questo (credo) siamo più o meno tutti coscienti, in queste condizioni, sarà impervio il sentiero per la destinazione d'arrivo.  

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