venerdì 23 dicembre 2011

Non va bene, non va male


Alessandro Lanzi


“…Tra due giorni è Natale, non va bene e non va male…” così cantava De Gregori nel brano “Natale” di 33 anni fa. Di tempo dal 1978 ne è passato, ma ancora bene non va.
 Le manovre finanziarie nazionali e, da ultimo, quella regionale fanno longa manus nelle tasche dei contribuenti, soprattutto di quelli meno abbienti, mentre i soliti se la spassano.
I soliti politici per esempio, tra cui i 14 assessori esterni a cui la Finanziaria laziale attribuisce l’estensione del vitalizio, la Chiesa impegnata nella crociata anti-ICI nonostante posseggano circa il 20% degli immobili nazionali o, oserei dire, nonostante il cristianesimo (fenomeno caduto in disuso dall’anno 33), i vassalli nazionali, i feudatari banchieri con biglietto per Singapore e, perchè no, i piccoli faccendieri di provincia. 
L’Italia è in recessione, lo dicono le istituzioni e gli economisti, che guardano il pil, lo spread, insomma questi indici che poco significano finchè non diventano star dell’apologia da bar.
Invece, per vedere un italiano medio come sta, si deve vedere il telefono che ha in tasca, il “macchinone”, le vacanze, i ristoranti, i regali e le portate natalizie.
Queste ultime voci, secondo le Agenzie, hanno subito duri colpi quest’anno: se anche l’italiano medio è in crisi, l’Italia è in crisi davvero. Chissà che non ne esca un Natale più cristiano, nell’accezione nobile del termine, e meno “dollaresco”.
Certo giustizia sociale in Italia non c’è, però se parliamo ancora di queste cose, male male non  stiamo.
Ci sono milioni di persone che ogni giorno nel mondo, non solo il 25 dicembre, soffrono e muoiono per la fame, per la sete e per le epidemie, per questo noi possiamo dire con umiltà che “non va bene e non va male”.
Per la serie “Oltre il danno anche la beffa”, lo ha detto anche Ratzinger l’altro giorno…non ci volevo credere! 
 

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