di Martina Nasato
Dopo essere stati puniti in quanto “fannulloni” e “assenteisti”, i dipendenti pubblici vengono ora nuovamente umiliati, vedendo annoverato, come conditio sine qua non per il loro lavoro, un pittoresco “giuramento di fedeltà alla Repubblica e di leale osservanza della Costituzione e delle leggi”, pena licenziamento. L'autore di questa trovata geniale, inserita nel ddl sulla semplificazione amministrativa, è, naturalmente, il Ministro Brunetta. Il Ministro vuole abbattere tempi e barriere burocratiche, rendere più efficienti gli enti pubblici... quel che non è chiaro è come tale giuramento possa contribuire al raggiungimento di detti obiettivi. Ogni cittadino dovrebbe essere fedele alla Repubblica, ma non serviva un ddl per sancire tutto ciò: questa stessa formula è già prescritta dall'art 54 della Costituzione. E, senza nulla togliere alla categoria, i dipendenti pubblici non sono figure istituzionali: un giuramento di siffatto spessore appare decisamente sproporzionato. Come ignorare, poi, il fatto che i rappresentanti dei cittadini, per primi, stravolgano le leggi, a loro uso e consumo? E' un po' pretenzioso, forse, addossare la colpa della crisi eticosociale ai dipendenti statali che non svolgono il loro mestiere nel migliore dei modi. Certo, nel settore pubblico ci sono “rami secchi da potare”, ma come può questa farsa pomposa e ampollosa velocizzare l'informatizzazione delle pratiche per il cambio di residenza, ad esempio? D'altra parte, c'è da chiedersi se davvero i dipendenti pubblici non rispettino le leggi, la Costituzione addirittura. A ben guardare, questo giuramento di fedeltà lo si può scorgere ogni giorno, nel recarsi al lavoro nonostante le critiche, le umiliazioni e le leggi punitive emanate da un Ministro, che finora non è riuscito, di fatto, a pervenire ad un sistema più efficiente. Il giuramento di fedeltà è nelle buste paga, tassate fino all'ultimo centesimo, perché i dipendenti statali non possono evadere il fisco. Non sarebbe azzardato chiedere che il giuramento di fedeltà alla Repubblica, alla Costituzione repubblicana e alle leggi dello Stato venga rinnovato, piuttosto, da quanti, investiti di poteri istituzionali, stanno compiendo scempi ai danni della legalità italiana.
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