martedì 8 dicembre 2009

Partito Democratico: tanti colonnelli, nessun soldato


di Andrea Passamonti
«Senti, ma che tipo di festa è? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate “Michele vieni di là con noi” e io: “andate, andate, vi raggiungo dopo”. Vengo. Ci vediamo là. No, non mi va non vengo».
Alla fine, come Nanni Moretti in Ecce Bombo, indeciso se andare o no alla manifestazione indetta dal Pd contro le strisce blu, il latinense tipo ha deciso per il non andare, un po’ per la pioggia (che però non ferma chi ha il cuore caldo), un po’ per la troppa simbologia (tante bandiere del Pd per una protesta che invece è generale), un po’ per i conferenzieri che prima votano, poi si ritirano sull’Aventino, infine rinnegano.
Preoccupa che un partito che dice di avere tredicimila votanti alle primarie e 6500 firme porti in piazza una cinquantina di persone.
Preoccupa ancora di più sapere che di quelle cinquanta persone la maggior parte era gente vicina al partito e forse una decina di persone erano cittadini comuni. Questo nonostante volantini, manifesti, facebook, pubblicità sui giornali e altro ancora.
Il Partito Democratico, diciamoci la verità, più che mettere il cappello alla battaglia contro le strisce blu dovrebbe guardare al proprio interno e capire perché questo pseudo partito non ha più una base. Una base non intesa come volgo incapace di intendere, ma una base attiva, propositiva, che partecipa alle questioni importanti all’interno del partito e si impegna per portare a termine battaglie valide.
Se la letteratura può aiutare a capire, il Pd pontino è l’equivalente della Compagnia dello Stucco dei ragazzi della via Pal: tutti comandanti, tenenti, colonnelli e generali, ma nessun soldato (i ragazzi ungheresi almeno un soldato lo avevano) .
E senza soldati le battaglie, quelle vere, difficilmente si vincono.

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