martedì 12 gennaio 2010

Rosarno: magistra ignorantia


di Matteo Napolitano
“La cacciata” non è un film di Sergio Leone purtroppo, bensì il nome che meglio si addice all’episodio che ha visto come protagonisti gli extracomunitari residenti a Rosarno, piccolo paese sito in Calabria. In questi giorni l’attenzione di tutti i media è puntata sui procedimenti di questa “cacciata” ad opera dei cittadini del ridente paesino calabrese, che armati di buona lena e soprattutto di fucili, sassi e bastoni, stanno compiendo un vero e proprio esercizio di rastrellamento e odio razziale, una vera e propria “caccia al negro”.
Malmenati, insultati, denigrati come le più misere delle bestie, messi a vivere nei loro stessi escrementi in casolari senza finestre, né tetti, né gabinetti, questo è il destino che hanno deciso di assegnare loro, le mani e in particolar modo le menti di persone che non esito a chiamare “ignoranti”.
Un ignorante è scortese, privo di educazione, di cultura, di valori, sono offese lo so, ma mi sento di dire che sono dovute in pieno; in questa situazione c’è assoluta mancanza di senso civico, di senso dell’altro, di senso del rispetto di valori fondamentali, sanciti non solo moralmente ma anche costituzionalmente e riconosciuti a livello internazionale.
Chi si sta ribellando agli extracomunitari sono i cittadini di Rosarno, città schiava della N’Drangheta, spesso sui giornali per ragioni legate a regolamenti di conti, abusi amministrativi e quant’altro ruota attorno alla malavita. Chi si sta ribellando è a sua volta schiavo di una mentalità rimasta indissolubilmente indietro, è schiavo di processi limitativi della persona e del suo essere nel mondo, è schiavo della propria terra e delle proprie radici.
Il solo fatto di affermare e constatare questi avvenimenti dovrebbe darci un freno e farci progredire, la sola cosa che invece, purtroppo, vediamo crescere, è la violenza fisica e psicologica con cui ogni giorno, irrimediabilmente, affrontiamo una società votata al multietnico, all’integrazione e soprattutto all’accettazione, almeno da qualche parte, sicuramente non a Rosarno.

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