martedì 9 marzo 2010

Ignoranza Docet


di Riccardo Di Santo
Sulla riforma Gelmini si è scritto e parlato tanto, sino al limite del buongusto, sia nell’ambito del pro che del contro. E’ una favola già letta infinitamente a tutti gli studenti per cercare di portarli a dormire: tranquilli ragazzi “ghe pensi mi” al vostro futuro. E molti, come tante pecorelle, si sdraiano col sorriso convinti che ci sarà il castello dorato di una istruzione che funziona alla fine del sonno, maledicendo invece quegli altri ragazzacci indisciplinati che non ne vogliono sapere di andare a dormire. Da sempre sono stato sfavorevole alle riforme che imponevano tagli alle risorse scolastiche (già magre di loro), e per questo sono stato appellato nei più svariati modi: comunista, fancazzista, indisciplinato, bandito, terrorista, credulone della sinistra, manipolato dai baroni dell’università, questi solo per citarne alcuni. Sono uno studente dell’università pubblica “La Sapienza” al II anno di Giurisprudenza come tanti altri prima di me e come tanti altri ne verranno. Una brutta passione in Italia quella del diritto : tanti laureati, poco lavoro e soprattutto una grande sfortuna per tutti coloro che tengono alla legalità, dato che appena raggiungi un minimo di coscienza tecnica della materia ti rendi conto delle mostruosità che vengono concepite sia in quel luogo di intrighi di potere che è Palazzo Chigi sia nell’annesse scuderie (Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama) che svolgono da troppo tempo un ruolo di pura formalità legislativa. E come non potrebbero? Le urla della gente sono indirizzate da molto tempo su temi molto più importanti o infinitamente più miseri di quello del diritto e della legalità che tanto stavano a cuore a persone come il giudice Giovanni Falcone. E allora cosa vuoi che sia che alle scuole superiori vengano di fatto quasi totalmente ridotte, se non eliminate, le ore dedicate all’insegnamento del Diritto e dell’Economia? E qui monta la rabbia del cittadino informato: ma come può solo per un momento questa plebaglia filosofica al governo pensare di fare una riforma per il futuro e troncarne contemporaneamente le basi? La democrazia si regge sul diritto e sulle leggi come la nostra costituzione (tanto ignorata dai nostri parlamentari), cosi come sull’economia che ormai svolge un ruolo quotidiano nell’informazione degli eventi che ci circondano. Non si può essere cittadini maturi senza un’adeguata conoscenza del nostro diritto e degli eventi economici intorno a noi, ma solo sudditi più ubbidienti. Su un muro della Facoltà di Giurisprudenza sta scritto “Le armi ci hanno dato l'indipendenza, le leggi ci daranno la libertà” mai quanto oggi questa frase è tanto vera.

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