martedì 4 maggio 2010

La Pontida Pontina


di Andrea Passamonti
L’appuntamento è fissato per il 17 Maggio, ma più di qualcuno ha già iniziato a fare dietrofront. Per altri invece potrebbe essere veramente l’inizio del processo di separazione tra Roma e il resto delle province del Lazio. Insomma, all’ombra dell’Abbazia di Fossanova, i consigli provinciali di Latina e Frosinone firmeranno una delibera con cui si chiede l’indizione di un referendum per la scissione da Roma.
Al grido leghista di Roma ladrona sembrano dunque aggiungersi i nostri amministratori, stanchi della dipendenza politica ed economica dalla capitale.
Il vocio secessionista era nell’aria da molto tempo. Oggi è il Presidente della Provincia di Frosinone Iannarilli ad accelerare, ma per alcuni anni è stato Claudio Fazzone a proporre e rilanciare la Regione delle Province. Oggi però il Senatore sembra essersene dimenticato ed è proprio lui a spegnere la fiammella dissidente rinviando la firma di Fossanova a data da destinarsi.
Tutto finito dunque? Niente affatto. Le province che si dicono tradite da Roma e dalla Polverini - nonostante siano tutte amministrate dal Pdl – continuano nella loro battaglia più decisi che mai. E forse qualche ragione è anche dalla loro: la capitale a volte risulta una presenza troppo ingombrante. Ma un riequilibrio di potere giustifica tutto questo? E soprattutto giustifica le polemiche nella nostra Provincia?
In realtà di progetti finanziati da Regione e Governo ce ne sono stati. Spesso però questi soldi non hanno trovato una collocazione, soprattutto a livello comunale. Un esempio per tutti il finanziamento regionale da più di due milioni per la trasformazione dell’ex Consorzio Agrario nella nuova biblioteca, ritirato dalla regione perché non utilizzato dal Comune di Latina.
Più che della mancanza di soldi allora, i nostri amministratori dovrebbero scagliarsi contro la loro mancanza di idee. E per questa non c’è secessione che tenga.

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