martedì 8 giugno 2010

Ora di Bibbia nelle scuole pubbliche


di Martina Nasato
Il 29 Marzo 2010 è stato firmato un protocollo d'intesa fra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e l'associazione Biblia «allo scopo di programmare una maggiore presenza della Bibbia nella scuola, e in data 13 Maggio 2010 si è svolta la prima riunione ufficiale del comitato paritetico MIUR-Biblia, con la quale questo ambizioso progetto è iniziato». Questo è quanto si legge testualmente sul sito www.biblia.org. Strano però che nessun giornale abbia finora dato spazio a questa novità, che suona un po' come una presa in giro verso chi decide di non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica. Facciamo un passo indietro: riconosciuta ufficialmente come organizzazione non lucrativa di utilità sociale, Biblia si presenta come un'associazione laica di cultura biblica. Insomma, un ossimoro già in partenza. Ma andando avanti troviamo altri paradossi, alcuni piuttosto fastidiosi: la scuola pubblica è stata letteralmente ridotta all'osso dalla pseudo riforma Gelmini, dalla pseudo ottimizzazione di Brunetta e dalla finanziaria di Tremonti (I fondi pubblici destinati alle scuole private sono rimasti quasi intatti): meno ore d'insegnamento, concorsi bloccati a tempo indeterminato, bloccati anche gli scatti stipendiali per gli insegnati, mancanza di risorse economiche per eventuali progetti. Ora però salta fuori questa “collaborazione”, i cui termini non sono riportati da nessuna parte (in pratica, non sappiamo se o quanto viene a costare allo Stato). La cosa curiosa è che lo studio dei testi sacri sarebbe già previsto nelle scuole di ogni ordine e grado, attraverso l'ora facoltativa di insegnamento della religione cattolica: a che scopo avviare un simile progetto? E qui sta il colpo da maestro: «la conoscenza della Bibbia in un'ottica laica» (altro bel paradosso) sarà promossa non durante l'ora di religione, bensì durante l'ora di Italiano. Insomma, la scuola che doveva potenziare la conoscenza dell'Inglese e dell'uso di Internet, non solo non ha mantenuto l'impegno preso con le famiglie, ma addirittura inizia a sprecare le poche ore preziose rimaste. Cosa c'entra un insegnante di Italiano con la Bibbia? La risposta, a mio avviso, è semplice: l'Italiano non è una materia facoltativa. Gli alunni che, sempre più spesso, decidono di non avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica, non possono sfuggire allo studio della loro lingua. Insomma, la Chiesa messa alla porta, rientra dalla finestra.

Nessun commento:

Posta un commento