martedì 26 ottobre 2010

Mal tempo: precipitazioni sul mondo


di Pierpaolo Capezzera
“Esiste un tempo cronologico ed un tempo per l’azione”: così i Greci erano soliti considerare. E questa distinzione portava alla formazione di due termini distinti: “kronos” e “kairòs”. Mentre il primo indicava, quindi, la mera scansione cronologica del susseguirsi degli avvenimenti, il secondo rappresentava l’agire, la tensione dell’uomo verso il movimento, ma anche il “momento favorevole”, molto vicino, dunque, al “carpe diem” (“cogli l’attimo”) oraziano. Ed anche la rappresentazione figurativa di questo concetto, offertaci in primis dal bassorilievo di Lisippo, è decisamente significativa: il Kairòs è un giovane alato, con un ciuffo di capelli sulla fronte ma calvo sulla nuca: è dunque un attimo fuggente, rapido, che è possibile afferrare solo quando ci si imbatte in lui. La propensione umana al movimento istantaneo, quindi, è un’occasione che bisogna cogliere al volo, è l’agire di un attimo. Ma come si è tradotto ormai questo concetto nel mondo a noi contemporaneo? Esso si è evidentemente trasformato in qualcos’altro: la cosiddetta “sindrome della fretta”. Sarà perché gli ultimi duecento anni di storia hanno portato ad un’evoluzione ed uno sviluppo sempre più rapidi, o forse perché i mezzi odierni ci mettono a disposizione qualunque cosa all’istante, sta di fatto che l’uomo si lancia nel Negotium trascurando totalmente l’Otium. Non c’è più un momento per riflettere, per pensare, questo agire intellettuale inutile e dannoso che non arreca nessun vantaggio materiale. Siamo ormai ridotti ad automi in incessante movimento, prigionieri di un mondo ormai troppo piccolo per concederci un’oasi di riflessione. Infatti, questa propensione istantanea è diventata piuttosto una propulsione permanente, un correre incessantemente e senza meta. E non bisogna guardare solo ai broker di Wall Street, questi vagabondi in doppiopetto, per averne delle prove: in realtà ogni aspetto della vita dell’uomo, qualunque sia la sua mansione, si è velocizzato ed immerso in una pulsione continua. Incalzate dai media, da un “Governo del Fare”, ci dimentichiamo forse che alla base dell’azione c’è la riflessione: ogni progetto realizzato ha come inizio, appunto, un progetto.

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