martedì 5 ottobre 2010

Napoli: rifiuto politico


di Matteo Napolitano
Dieci mesi fa sembrava tutto risolto, si gridava al miracolo delle “pattumiere” come un evento epocale da propinare sulle prime pagine di tutti i quotidiani, si è minacciata perfino la credibilità dei piani alti del paradiso. Dieci mesi fa appunto.
A Napoli l’incubo rifiuti non ha mai avuto neanche un accenno di ritorno alla normalità, i roghi per le strade e gli odori nauseanti non hanno mai cessato di esistere anzi, giorno dopo giorno la situazione va sempre più degenerando: cumuli, topi, sacchi abbandonati e sporcizia di ogni genere stanno donando ancora un’immagine raccapricciante di una delle città più belle del mondo, del suo hinterland, delle sue provincie.
Gli impianti che dovevano rappresentare la svolta, l’immagine della bontà servizievole delle amministrazioni e del governo, quindi quelle strutture deputate al trattamento e allo sversamento dei rifiuti, sono in forte sofferenza, addirittura le due discariche di Chiaiano e cava Sari di Terzigno saranno sature entro febbraio.
La raccolta differenziata versa in condizioni drammatiche, l’unica cosa che si differenzia è la posizione degli ammassi di materiale per la strada, infatti si possono osservare in diverse zone della città capoluogo partenopeo e dell’hinterland alcuni spazi occupati, ad esempio, soltanto da pellami lavorati, altri occupati soltanto da distese di computer, altri ancora, utilizzati come cimiteri di scarpe, vestiti ed accessori di vario genere merceologico.
Nei palazzi intanto si discute sulle soluzioni da apportare al più presto per evitare una nuova ondata catastrofica, ci si muove come al solito sul sicuro piano delle accuse reciproche e del cosiddetto “scarica barile”: Berlusconi tuona sulla Iervolino e sull’amministrazione comunista che mangia i bambini e vomita i rifiuti (ormai si sa anche un colpo di vento che gli smuove la parrucca è comunista), mentre dall’altra parte Fortini accusa Bertolaso e Berlusconi, sollecitandoli a prendersi delle concrete responsabilità sulle modalità di smistamento e smaltimento e sulle scelte governative a riguardo. La soluzione guarda caso però, resta uno dei pochi punti su cui non ci si è soffermati.
Un famoso detto recita: “Vedi Napoli e poi muori” ecco, da un po’ di tempo a questa parte ormai e purtroppo può essere tranquillamente modificato in “Vedi Napoli e poi muori… Intossicato”.

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