di Andrea Passamonti
Nel racconto fantastico “La biblioteca di Babele” Jorge Luis Borges immagina una biblioteca capace di contenere tutto il sapere universale: le sue gallerie esagonali contengono in libri di quattrocentodieci pagine (“ciascuna pagina, di quaranta righe; ciascuna riga, di quaranta lettere di colore nero”) tutte le possibili combinazioni di 25 caratteri. Una biblioteca capace di contenere “tutto ciò ch’è dato di esprimere, in tutte le lingue”.
L’esperimento mentale è affascinante e si presta ad analisi di diverso tipo, da quella matematica (Qual è il numero di libri contenuti nella biblioteca?) fino a quella filosofica (Può un numero finito di libri descrivere tutto il sapere universale?), ma la breve analisi di questo articolo vuole essere semplicemente biblioteconomica.
Nell’anno dei tagli alla cultura, le biblioteche italiane cercano di implementare la propria offerta e lo fanno sfruttando le nuove tecnologie. Così alcune biblioteche del Nord stanno sperimentando il prestito degli e-book, i libri in formato digitale che si stanno sviluppando grazie ai nuovi e-reader (iPad e Kindle per intenderci). In Italia siamo ancora indietro rispetto a Stati Uniti e Inghilterra, soprattutto nella catalogazione digitale, e non è un caso se nei paesi in cui i libri sono disponibili in entrambi i formati il sorpasso del digitale sul cartaceo sia già avvenuto quest’estate, come testimoniano i dati di Amazon (la più importante libreria online al mondo).
Come andrà a finire? Non c’è dubbio che i libri elettronici occuperanno sempre più spazio nel panorama editoriale italiano e questo comporterà anche una rivoluzione tra gli scaffali delle biblioteche. Nonostante questo i libri non devo sparire e non spariranno. E non solo per il piacere di leggere toccandone la carta, ma anche (e soprattutto) per la bellezza della ricerca: trovare un libro digitale e scaricarlo su Internet richiede qualche secondo e nessuna fatica; cercare un libro introvabile nelle biblioteche di tutto il mondo resta qualcosa di irraggiungibile che arricchisce la semplice lettura. Ecco perché il lettore del terzo millennio avrà a portata di mano un sapere più grande, ma non deve rinunciare ad avventurarsi nella Biblioteca di Babele.
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