martedì 11 gennaio 2011

La mensa di Rifondazione arriva al quinto appuntamento




di Martina Nasato

La voglia di stare insieme e di lavorare fianco a fianco per costruire qualcosa, o almeno per migliorare quello che già c'è: è questo che negli ultimi mesi ha guidato i compagni di Rifondazione Comunista nei cinque appuntamenti di servizio mensa per i poveri e i senzatetto del capoluogo pontino. I volontari non si sono fermati neanche il 25 dicembre e il 1 gennaio: hanno saputo regalare a tutti un vero Natale e un incoraggiante inizio dell'anno. Iscritti al partito e non, si sono riuniti l'ultima volta domenica 9 gennaio, per offrire un pasto caldo e quattro chiacchiere a persone troppo spesso dimenticate e ignorate. L'appuntamento era alle 18.30 presso il dormitorio di via Cellini, nei locali dell'ex Consorzio Agrario, una cena solidale a base di pasta, riso, pollo cotto alla brace sul momento, e qualche dolce. Avventori di tutte la nazionalità, italiani, est-europei, nord africani, asiatici, hanno condiviso le loro esperienze con i volontari: c'era chi era arrivato in Italia da pochi giorni, chi cercava lavoro, chi lo aveva perso da poco, e alcuni di loro non mangiavano da tempo. Costantino, un signore romeno, si meravigliava del fatto che dei comunisti distribuissero pasti gratuiti, memore della tirannia subita nel suo paese: “Non so com'è il comunismo qui, ma Ceauşescu...” lasciando in sospeso una frase molto eloquente. Poi ha aggiunto allegramente: “Viva i comunisti italiani”. Un ragazzo arabo ha ringraziato Dio per essersi saziato. Appena dopo un paio d'ore era finito tutto: tra lo stupore dei volontari, era rimasto solo qualche frutto e del panettone. In seguito, qualche avventore ha anche aiutato i “compagni” a sparecchiare e a smontare i tavoli e il gazebo.

Una doppia vittoria quella di Rifondazione se si considera che la Caritas ha annunciato che da fine gennaio amplierà il servizio mensa, aggiungendo turni anche nel fine settimana, e che questa iniziativa è stata riproposta recentemente da altri partiti, a riprova del fatto che la solidarietà può, anzi deve, andare oltre il colore politico. Anche perché è proprio da queste iniziative che parte la riqualificazione del territorio, il raccordo tra i vari strati della popolazione e la ricerca di punti di incontro e condivisione. Una rivoluzione gentile, per usare una definizione ormai comune, uno stravolgimento del tessuto sociale, che finalmente si mischia, si confonde e soprattutto si arricchisce.

Qualcosa si muove in città. Speriamo solo che l'entusiasmo non si esaurisca appena dopo le elezioni.

(Si ringrazia Andrea Bulgarelli per le foto)

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