martedì 11 gennaio 2011

Questa materia non s’ha da fare


di Andrea Passamonti

Al Papa non va a genio l’educazione sessuale. Non è una novità, vista la perseveranza con cui la Chiesa spesso si è scagliata contro il profilattico come strumento di prevenzione nei confronti dell’HIV, ma dopo la pseudo-apertura dello scorso novembre (con cui si giustificava l’utilizzo del preservativo da parte dei “prostituti” in alcuni casi specifici) le ultime dichiarazioni di Ratzinger costituiscono l’ennesimo passo indietro.

Se però di novità si vuole parlare, non si può glissare su un altro punto dell’intervento del Sommo Pontefice: se da un lato si condanna l’educazione sessuale, dall’altro si contesta anche l’educazione civile impartita nelle scuole, perché entrambe «trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione».

Escludendo da questo articolo l’ennesimo elogio del crocifisso, che meriterebbe un’analisi a parte, l’intervento di Benedetto XVI va discusso prendendo in esame due diverse concezioni di istruzione.

Nel suo libro “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” Robert Pirsig da una definizione dell’obiettivo di quella che lui chiama “La Chiesa della Ragione”: «Il fine ultimo è rimasto quello socratico della verità nelle sue forme eternamente mutevoli, una verità che ci viene rivelata dai processi razionali».

Per Ratzinger l’educazione civica va condannata perché entrerebbe in contrasto con la “Retta ragione”.

Queste due concezioni opposte non possono che respingersi a vicenda: se la scuola ha come obiettivo quello di innestare negli studenti una capacità critica, questo proposito entrerà in un conflitto fisiologico con un’istituzione che ha dei dogmi inconfutabili per definizione alla base della propria dottrina.

Ovviamente è da condannare un’educazione civica in cui lo Stato impone una propria verità, ma sfogliando un qualsiasi libro di questa materia Ratzinger si accorgerebbe che non c’è niente di tutto questo, se non lo spunto di sane e belle discussioni su argomenti sempre attuali. Ma forse il Papa preferisce a un popolo adulto un ampio gregge di pecore, senza idee, senza pensieri, senza domande. Pronte a smarrirsi e a essere riportate a casa dal Pastore… Tedesco.

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