giovedì 17 febbraio 2011

Semplicemente Fenomeno


di Fabrizio Bossoli

Arrivava senza preavviso, annunciato solo da una zigzagante scia di polvere e sabbia. A velocità supersonica Ronaldo, il Beep Beep venuto dal Brasile, avanzava lungo il campo da calcio che già sembrava il deserto del Gran Canyon. Avanzava e sollecitava i boati dagli spalti, avanzava travolgendo i difensori avversari, che trovavano a malapena il tempo per accorgersi che “quello lì” già se n'era andato; ed a loro, malcapitati Willie Coyote di turno, non restava che alzare il cartello con su scritto “The End” ed aspettare i titoli di coda, che inevitabilmente arrivavano nel momento in cui, scartato anche il portiere, Beep Beep depositava il pallone in fondo alla rete. Il Fenomeno, lo chiamavano. Lui sorrideva e con quei dentoni già tornava ad assomigliare ad un cartone animato, veloce e brillante e imprevedibile. Come descrivere Ronaldo a chi non l'abbia mai visto giocare? Si potrebbe raccontare di un centravanti senza eguali, senza dubbio il miglior giocatore degli ultimi 50 anni dopo Maradona; ma non sarebbe sufficiente. Si potrebbero descrivere le sue giocate, il doppio passo ubriacante, lo scatto formidabile, i dribbling mai banali, i tiri non potenti ma che finivano invariabilmente nell'angolino basso, imparabili. Gli avversari non erano manichini da umiliare per ottenere cliccatissimi video su youtube, come tanti usano oggi; erano semplicemente ostacoli, che in linea retta si interponevano tra lui ed il goal. E di goal Ronaldo ne segna tanti fin da giovanissimo: a soli 21 anni capocannoniere col Barcellona, poi il blitz di Massimo Moratti che paga la clausola rescissoria di 48 miliardi di lire per portarlo all'Inter; il Fenomeno ricambia trascinando la squadra a stravincere una Coppa UEFA ed a sfiorare uno scudetto più per fattori extra-calcistici che per reale superiorità della Juventus. Vince anche il il Pallone d'Oro, poi l'anno dopo arriva il primo grave infortunio al tendine del ginocchio destro. Passano sei mesi, ma al ritorno in campo contro la Lazio il ginocchio fa di nuovo crack dopo sei minuti, e la carriera di Ronaldo sembra finita. Ed invece, dopo una riabilitazione di due anni, nel 2002 rientra in tempo per condurre il Brasile alla vittoria nel Mondiale di Sud Corea-Giappone ed ottenere il suo secondo Pallone d'Oro. Passa poi al Real Madrid, dove vince il campionato e la classifica cannonieri. Seguono altri due anni al top, poi gli evidenti problemi di peso ed i numerosi infortuni impongono all'ex Fenomeno un declino proseguito nella parentesi di un anno e mezzo al Milan e nel suo ritorno in Brasile al Corinthians. E proprio da San Paolo ieri ha annunciato il suo ritiro, dichiarando: ”Smetto perché non ce la faccio più, penso a un'azione ma non riesco a farla come vorrei. E' stato comunque bello in un modo pazzesco”. Tutto ciò che noi possiamo aggiungere, Ronnie, è che è stato bellissimo anche per noi.

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