martedì 15 febbraio 2011

Nasce il “Libero orto del Parco San Marco”


di Martina Nasato

Il Parco San Marco è una grande area verde poco al di fuori della circonvallazione del capoluogo pontino, nei pressi dell'ospedale. Usato prevalentemente dai cittadini per praticare footing o per portare a passeggio i cani, è da tempo semi-abbandonato a se stesso in uno stato di degrado progressivo, rallentato da periodiche (quanto sommarie) opere di giardinaggio. I giovani “vandali” che popolano questo vasto giardino pubblico a tutte le ore del giorno e della notte sono tristemente noti agli abitanti del quartiere, per non parlare dei tossicodipendenti, soliti abbandonare siringhe nelle aiuole. C'è un motivo, dunque, se le potenzialità dell'area non sono state finora sfruttate al meglio, se i genitori sono poco propensi a portare i bambini a giocare lì e se nessuno si è mai preoccupato di tentare un'opera di “bonifica”. Fortunatamente ci sono battaglie che vengono intraprese non per la certezza della vittoria, ma per la nobiltà dei loro obiettivi. Ragionando sull'importanza delle aree verdi (decisamente scarse e maltenute a Latina) e sul senso della “cosa pubblica” (che è di tutti, e non di nessuno, come molti erroneamente credono), un gruppo di volontari si è riunita la mattina di sabato 12 febbraio per creare un “orto libero” in una grande aiuola del parco, piuttosto isolata. Una vera e propria azione di “Guerrilla Gardening”, il movimento internazionale di giardinaggio libero, il quale promuove azioni dirette e non violente, di protesta, ma soprattutto di proposta. Quindici giovani alberi, da frutto e non, sono stati interrati nell'arco della mattinata, con tanto di etichette in cui si indica la tipologia di pianta e il modo in cui essa va curata. L'iniziativa ha inevitabilmente catturato l'attenzione dei passanti e riscosso grande consenso ed entusiasmo da parte degli abitanti del quartiere. Costoro si sono detti scettici circa la riuscita del progetto, a causa dei frequenti atti di vandalismo, ma disposti ad impegnarsi attivamente per la manutenzione e la salvaguardia del piccolo orto. I volontari hanno redatto un breve vademecum, in cui si invitano tutti i cittadini ad usufruire con moderazione dei frutti dell'orto, ma, parallelamente, ad averne cura e, magari, ampliarlo. Unica regola, niente chimica. Per concimare sono ammessi solo gli scarti organici prodotti in casa: banditi fertilizzanti e antiparassitari. Il “Libero orto del Parco San Marco” non è ancora riconosciuto dalle istituzioni; d'altra parte, come diceva Voltaire, «gli uomini discutono, la natura agisce». Tuttavia ci auguriamo che il riconoscimento avvenga quanto prima, portando con sé la tutela adeguata per questo primo passo verso la riqualificazione.

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