martedì 1 marzo 2011

Il teatro non è un paese per vecchi


di Riccardo Di Santo

Proporre una sera a teatro a Latina è un evento. A sottolinearlo basta la battuta recitata dalla maggior parte delle persone a cui mi sono rivolto: un «Cioè?» ampliato da sfumature quali «No, io a fare queste cose tristi non ci vado» (il sabato sera a teatro) oppure l’onnipresente «E perché scusa?!?». Diciamo che il Teatro, tranne che a pochi, non riscuote decisamente molto successo al di sotto dei 30 anni nella nostra città. Basta osservare l’età media ad uno spettacolo qualsiasi: la maggior parte del pubblico presente ha superato la quarantina giusto per essere ottimisti, ma direi che gli over 60 sono la fetta più cospicua ad occhio nudo. Pensate che molti di noi preferiscono gelarsi stando in mezzo alla strada nella via dei Pub (Via Neghelli per i profani) senza fare nulla, oppure chiudersi in un locale a bere come unica alternativa prima del ritorno a casa o della notte bianca in discoteca. Tutto ciò perché il teatro non riesce a divenire un mezzo di intrattenimento attuale, aperto alla maggioranza delle persone. Un biglietto costa, con lo sconto studenti, circa 20€, cosa che equivale ad una pizza e ad una birra in compagnia; a conti fatti la maggioranza di noi preferisce la bevuta in compagnia con chiacchiere e stupidaggini varie, lo svago meritato dopo una settimana di impegni, piuttosto che “chiudersi” ad avere un impegno culturale che ricorda noiose giornate scolastiche. E’ qui tutta la differenza credo. Se si riesce a trasformare la visione dello spettacolo teatrale in una forma di intrattenimento “viva” che possa far sviluppare il pensiero o perfino dare la forza di aprire la collettività a nuovi punti di vista, allora il tutto può divenire certamente una forma di sviluppo per la stessa società. Maggiore è la partecipazione, maggiore sarà l’interesse suscitato, con conseguente aumento della domanda di tematiche culturali. Maggiore è la domanda (economia docet) allora tanto maggiore diverrà l’offerta, con la creazione di nuove opportunità di lavoro, senza andare a togliere il guadagno ad altri settori dell’intrattenimento (una birra in compagnia ci sta sempre dopo uno spettacolo). Ragioniamo su questa possibilità, non abbiamo nulla da perdere, tranne la nostra ignoranza.

Nessun commento:

Posta un commento