mercoledì 30 novembre 2011

Non abbassiamo la guardia con il Governo tecnico



di Martina Nasato
 
Scrive Marco Travaglio su "A" di questa settimana, a proposito del nuovo Governo, una disamina dei neo-ministri, tecnici sì, ma certo non estranei al mondo politico.

Legami di parentela, di amicizia e di affari con esponenti della politica vecchia e nuova, infatti, riguardano più o meno tutti i super-bocconiani voluti dal bocconiano Monti (NdA anche Sara Tommasi è laureata alla Bocconi, tanto per fare un nome...).
Travaglio conclude la sua analisi con queste parole:

"[...] Ma che vuol dire "tecnico"? Che conosce a menadito la materia di cui deve occuparsi (il che non è affatto male). Ma non ecessariamente che sia un buon ministro. Una cosa può essere fatta a regola d'arte ma iniqua, ingiusta, inopportuna. Questo è il pericolo dei governi e dei ministri tecnici: che avulsi dalla realtà storica che li circonda, facciano benissimo cose sbagliate.[...]"

In un Paese di legalisti esaltati, disposti a sacrificare i propri diritti le proprie libertà in virtù di non si sa bene cosa, il parlare di giustizia ed equità è un gesto degno di nota e di ammirazione. Tanto più che, dopo le dimissioni di Berlusconi, quella sinistra "agguerrita" (per modo di dire), quella giustamente attenta alla minima dichiarazione inopportuna, sempre alla ricerca di sottintesi, quella tronfia sinistra di cultura borghese, che spulciava ogni virgola di disegni di legge e decreti legislativi del Governo Berlusconi, ora con il Governo Monti sembra essersi assopita, felice e fiduciosa che qualunque sacrificio verrà imposto alla sua sfera di interessi sarà certamente giustificabile.

Un atteggiamento tanto ridicolo quanto pericoloso, adottato da persone che hanno anche la presunzione di definirsi informate, colte, partecipi attivamente alla vita politica ma che in definitiva dimostrano un desolante deficit quanto a senso critico.
La speranza è che leggendo le parole del loro mito, Vate e maestro Marco Travaglio, le suddette persone facciano quel che sanno fare meglio: aderire, condividere e obbedire.

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