Supponendo che la commissione
Antimafia svolga un ruolo serio e non di facciata; che, pertanto,
le relative nomine siano ponderate, trasparenti e orientate ad avere
un ruolo decisivo nel contrasto a questo tipo di organizzazione
criminale, sono decisamente sorprendenti alcune recenti nomine.
Fra tanti nomi, riportati in un articolo dell'Espresso,
spicca quello di Claudio Fazzone, figura a dir poco
controversa nel panorama politico pontino.
Nel 2000 è stato il
consigliere regionale più votato d'Italia, e nella “sua”
terra sono in molti a considerarlo una sorta di uomo del riscatto del
sud pontino.
Si tratta di un'area estremamente ricca
dal punto di vista naturale, storico, archeologico. A metà strada
tra Roma e Napoli, è diventata ben presto il raccordo fra i due
centri di potere politico ed economico. Un avamposto e una retrovia.
In questo, personaggi come Claudio Fazzone hanno avuto un ruolo
fondamentale.
Per molti fondani avere un senatore
loro concittadino è un punto d'orgoglio, e non accettano venga messo
in discussione. Non manca chi vede Fazzone addirittura come un
“benefattore”, uno che non si è mai dimenticato della
“sua” città.
D'altra parte, tante sono le persone
che negli anni hanno denunciato situazioni di stampo mafioso
(fenomeno molto diffuso quello dei negozi dati alle fiamme, su cui
nessuno, dalle forze dell'ordine alle amministrazioni locali, si è
mai seriamente preoccupato di fare chiarezza). Alcuni di quei
ragazzi che hanno parlato di mafia sono stati “costretti” a
lasciare le loro città natali.
Claudio Fazzone, ha iniziato la sua
formazione politica, da poliziotto, come autista di Nicola
Mancino.
Dopo il boom di preferenze nel 2000,
Fazzone viene riconfermato alla Pisana nel 2005. Di nuovo il
consigliere regionale più votato d'Italia.
Nel 2006 si candida alle elezioni
politiche conquistando il seggio di Senatore, e nello stesso anno gli
viene affidata la presidenza di Acqualatina,
la società a partecipazione pubblica che si occupa di gestione e
fornitura del servizio idrico nella provincia. Qualcuno provò anche
a sollevare il problema del conflitto di interessi derivante dal
doppio incarico (il compenso per la presidenza era di circa 100000
euro all'anno), senza successo.
Su Acqualatina varrebbe la pena un approfondimento.
Basti sapere, comunque, che nonostante i referendum del 2011, in
provincia di Latina l'acqua è rimasta in mano a una s.p.a.
per altri due anni. E, mentre i cittadini, proprio grazie ai
referendum, vantano il diritto al rimborso (parziale) delle ultime
bollette, la società ha maturato negli anni un debito altissimo
con la Depfa Bank (nonostante le perdite evidenti, i Comuni, nei
tredici anni di vita della società, ne hanno sempre approvato i
bilanci). La ripubblicizzazione del servizio idrico, pertanto, sarà
ora volta a scaricare questo debito sui Comuni, con ulteriore rincaro
delle bollette.
Claudio Fazzone si è dimesso
dall'incarico di presidente solo quando gli è stata contestata
l'incompatibilità dalla commissione parlamentare. Attualmente il
presidente di Acqualatina è Giuseppe Addessi, avvocato, legale
della famiglia Fazzone.
Claudio Fazzone, però, oltre ad essere
un personaggio politico, è anche un imprenditore. È socio,
assieme al Sindaco di Fondi, Luigi Parisella, e l'imprenditore Luigi
Peppe, di una società proprietaria di una struttura industriale
interessata dalla nuova variante urbanistica del Comune. Di per sé,
già il fatto che un sindaco e un senatore possano, attraverso la
loro società privata, avere vantaggi da un'opera pubblica è
quantomeno sospetto.
La chiave di volta sono però Luigi
Peppe e suo fratello, i quali sarebbero in rapporti con la famiglia
Tripodo, in particolare con Antonino Venanzio Tripodo, figlio
di Domenico Tripodo, capobastone della 'Ndrangheta.
L'8 settembre del 2008 il Prefetto
di Latina, Bruno Frattasi, richiede al Ministero dell'Interno lo
scioglimento del Comune di Fondi per infiltrazioni mafiose.
È il periodo in cui il governo
Berlusconi, attraverso l'allora Ministro dell'Interno Maroni, si
appuntava medaglie per la lotta alla mafia.
Scrive il Prefetto Frattasi: «sono
emerse chiaramente le connessioni fra la famiglia di Tripodo
Domenico - boss tra i boss napoletani in contatto
coi Casalesi,
con la 'ndrangheta,
con figure apicali di cosa
nostra - e soggetti legati per via parentale
anche a figure di vertice del comune di Fondi», sottolineando
«l'inosservanza sistematica della normativa contro la mafia
del comune» e «le gravissime violazioni dell'amministrazione
fondana, che, unite all'agevolazione di interessi economici di
elementi contigui alla criminalità organizzata o da considerare ad
essa affiliati, conferiscono al quadro di insieme una pericolosità
tale da dover essere fronteggiata col commissariamento».
Nel 2009 il Viminale trasmette la
richiesta al Governo. Passa più di un anno e il Consiglio dei
Ministri non l'ha ancora accolta (dichiara
il premier Berlusconi che “alcuni ministri si sono detti
contrari”).
Claudio Fazzone si oppone allo
scioglimento e nega qualunque
tipo di infiltrazione mafiosa, non solo a Fondi, ma in tutto il
territorio pontino, nonostante ci siano centinaia di inchieste che
sostengono l'esatto contrario. Di più, Fazzone grida al
complotto politico e lancia
attacchi durissimi al Prefetto Frattasi.
Il 3
ottobre del 2009 il Consiglio Comunale di Fondi si dimette
in blocco, cavando d'impaccio
il Governo il quale provvede a nominare un commissario straordinario,
in attesa delle successive elezioni.
Fazzone
si dichiara “soddisfatto”, il Prefetto Frattasi viene
tempestivamente promosso e trasferito
a Roma.
Le successive
elezioni comunali a Fondi (marzo 2010) hanno riconfermato il
consiglio dimissionario.
Nel
2009 Villa Fazzone
(intestata alla moglie del senatore e alla cugina acquisita) è
oggetto di un processo per abusivismo edilizio
e lottizzazione abusiva:
fabbricato rurale sulla carta, mega-villa in realtà. Benché nel
piano casa approvato nel 2011 dal Consiglio Regionale spunti un comma
salva-Fazzone, la Cassazione ha
infine dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dalle imputate.
Il 17
febbraio del 2010 si apre un'inchiesta sul ruolo che Claudio Fazzone
avrebbe avuto in una vicenda riguardante lettere di
raccomandazione inviate all'ex manager della ASL,
Benito Battaglia.
E il cerchio si
chiude tornando proprio a Nicola Mancino, rinviato a giudizio nel
2012 con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa:
Claudio Fazzone, nonostante questo suo curriculum, è stato recentemente nominato
membro della commissione antimafia, la quale si occuperà anche del
dossier riguardante lo stesso Nicola Mancino.
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