martedì 20 aprile 2010

Economia e senso comune


di Stefano Pietrosanti
Ultimamente ho ricevuto un paio di inviti a un gruppo di facebook organizzato da fan di Beppe Grillo; questo gruppo pretenderebbe di abbassare il prezzo della benzina tramite un accordo di consumatori che decidano di lasciare Shell ed Esso per la concorrenza, sperando di far abbassare a queste il prezzo e cosi' ottenere effetti sistemici. Ammettiamo pure che milioni di persone in tutto il mondo si coordino per questa azione di monopolio di domanda, analizziamo che cosa succederebbe: la caduta di domanda per gli idrocarburi Shell-Esso si tradurrebbe in uno shock positivo di domanda per i loro concorrenti oligopolistici, che, ammesso non cerchino soluzioni manifestamente collusive, concordati e simili, tenderebbero a far aumentare i loro prezzi come conseguenza diretta dell'aumento di domanda. In una situazione competitiva, questo porterebbe (volendo essere assolutamente irrealistici ed iperbolici) a una discesa del prezzo dei prodotti Shell, ma solo (e sempre in un'iperbole irrealistica) fino al punto in cui questi non incontrerebbero il prezzo minimo per le necessita' di gestione della terza maggiore industria del pianeta, che non sono scarse. A quel punto una parte dei consumatori tornerebbe a fare il pieno in distributori Shell/Esso. Risultato? Assolutamente aleatorio: dipenderebbe soprattutto da quanto e quanto velocemente alzerebbero il prezzo i competitors di Shell e potrebbe facilmente portare a una situazione di lieve abbassamento dei prezzi di Shell con un medio rialzo degli altri e quindi a un peggioramento medio della situazione, con un rischio di traslazione di potere di mercato da una grossa compagnia occidentale, per quanto zozza e collusa e tutto il peggio che se ne possa dire, a compagnie in mano a player con interessi geopolitici assolutamente opposti ai nostri. Non che cio' voglia dire "bene la Shell!", oppure, "la Shell e' un buon paladino di interessi geopolitici occidentali" (come non lo sono la Total, l'ENI e tutte le compagnie globali con loro interessi globali e sede in Occidente), ma che sicuramente e' piu' vicina a questi degli altri concorrenti russi, arabi e cinesi.Tornando con i piedi per terra e smettendola di seguire contorti ragionamenti che hanno giustificazione nella mia coscienza economica di studente che ancora si deve laureare, e quindi hanno giustificazione parziale e incerta, voglio solo far riflettere tutti i seguaci di un istrione che si fa trascinare in canotto sulle mani di una folla sul fatto che per affrontare certi problemi ci vogliono nozioni e doti tecniche. Mi appello a tutti coloro che seguono questi movimenti, perche' normalmente sono persone ben istruite e giovani: se siete un ingegnere, vorreste mai che l'iniettore della vostra macchina fosse progettato da un letterato? Se siete un letterato, vorreste mai leggere la ricerca filologica di un chimico con qualche pretestuoso interesse letterario? Se siete archeologi, mettereste mai il vostro prezioso reperto romano, trovato dopo ore di scavo faticoso e infruttuoso, nelle mani di un economista ignorante di storia antica? E cosi' procedendo immagino (spero) di generare una serie di ovvi e secchi no. Cosi', per piacere, quando trattate di temi economici, non riferitivi al vostro fallibilissimo senso comune, ne' alle nozioni di uno studentello come me, cercate almeno un laureato con successo e buoni voti, parlateci per un paio di giorni e poi, solamente poi, esprimete le vostre opinioni.
Con sentito ringraziamento

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