martedì 18 maggio 2010

Elezioni universitarie: prevale il centrodestra fra astensionismo e boicottaggio


di Martina Nasato
Alzi la mano chi ha preso parte alle elezioni universitarie che si sono svolte il 12 e il 13 maggio in tutti gli atenei italiani. In quel 67% di astenuti ci sono anche io, fermamente convinta che questo banco di prova per entrare in liste più consistenti, questo trampolino di lancio per la politica vera e propria, vada esercitato in altri contesti e non camuffato dietro l'altisonante dicitura “Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari”, organo quasi privo di alcun peso politico, dove spesso non vengono neanche tutelati gli interessi degli universitari. Insomma, una bella vetrina per chi viene eletto, ma una perdita di tempo per tutti gli altri. Ad ogni modo, le elezioni ci sono state e a determinare il risultato, più che i voti degli studenti, è stato lo stravagante sistema elettorale che vedeva la Penisola divisa in quattro macro-distretti (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud) con sette eletti per ciascuno, a prescindere dal numero dei votanti. In questo modo il centrodestra ha guadagnato la vittoria, seppur con 13000 voti in meno rispetto all'Unione degli Universitari, lista di centrosinistra.La scarsa affluenza, a tratti scarsissima (Firenze 3,5% , Roma La Sapienza 6%) è stata determinata da vari fattori: anzitutto il peso politico quasi nullo del Cnsu, organo meramente consultivo del Ministero dell'Università e della Ricerca, nonché la mancata presentazione di diverse liste (alcune anche piuttosto influenti) che hanno scelto di boicottare le elezioni. Tra queste spicca il Coordinamento Universitario che ha deciso di non correre per il Cnsu e ha invitato gli studenti a preoccuparsi, piuttosto, del ddl Gelmini “che completa il processo di privatizzazione con l’ingresso dei privati nei Consigli d'amministrazione degli atenei, la delega per riformare il diritto allo studio al risparmio e la precarizzazione totale della ricerca”. E, a riprova del fatto che le rivoluzioni nascono dal basso, senza bisogno di ridicoli doppiopetti under 30, da ieri ha avuto inizio la settimana di mobilitazione contro il ddl Gelmini. Per oggi, martedì 18, è previsto il blocco della didattica e l'occupazione dei rettorati, e per domani, mercoledì 19, è in programma un sit-in sotto a Palazzo Madama. Preoccupiamoci del nostro futuro, mentre i nostri rappresentanti (?) inseguono sogni di gloria.

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