martedì 22 giugno 2010

Contro la pena di morte


di Claudia Giannini
Era il 1763 quando Cesare Beccaria dava alle stampe il suo “Dei delitti e delle pene”. Oggi, nel 2010, in un occidente che si dice civilizzato e evoluto, in un Paese che si vanta di essere il primo per libertà e diritti umani, Ronnie Lee Gardner viene ucciso a fucilate.
Quattro colpi sparati da cecchini “servitori dello Stato”. Un cappuccio in testa e un bersaglio sul cuore, così per essere sicuri di non sbagliare.
Aveva ucciso due persone, passato 25 anni in un carcere di sicurezza e chiesto la clemenza al governatore dell’Utah. Rifiutata. Giovedi scorso è stato condannato a morte.
Quando Beccaria, in pieno Illuminismo scrisse il suo saggio, non aveva intenti pietistici, né era mosso da particolare carità cristiana. Era un testo estremamente razionale, ed è forse solo a questa razionalità che ci si può appellare oggi. Da illuminista qual era, faceva un discorso molto semplice: confutava la pena di morte perché, in primo luogo, se il reato è un danno alla società, a questa stessa società è più utile un uomo che con il suo lavoro e la sua riabilitazione contribuisca a ripagare, seppur in maniera alternativa, il danno causato, piuttosto che un uomo morto. In secondo luogo, se la pena deve essere un esempio, lo è di più un uomo in carcere a vita, piuttosto che una pena che impressioni l’opinione pubblica solo momentaneamente e in più faccia passare lo Stato per carnefice.
Basterebbero queste tesi a far comprendere l’inutilità della pena di morte, ma Beccaria vi aggiungeva la semplicissima eventualità che il giudicato colpevole, in realtà non lo fosse.
Oggi che Beccaria è solo un testo da liceo, mi chiedo, sdegnata, come sia possibile che la comunità internazionale non si ribelli a questa barbarie compiuta negli Stati Uniti. Gli stessi Stati Uniti che sono stati applauditi per l’elezione di un presidente nero, che hanno detto no al razzismo, ma che restano indifferenti di fronte a un uomo (che sia assassino, stupratore, ladro, maniaco, serial killer) che viene preso a fucilate da un plotone di esecuzione. E poi ci parlano di diritti civili e di libertà. Per non parlare dell’Europa che non muove un dito, impietrita di fronte alla ‘potenza’ del colosso d’oltre Oceano.
Tutti a guardare nel proprio orticello, anche perché non mi risulta che in Utah ci sia il petrolio.
Che ci pensi “Nessuno tocchi Caino” a queste sciocchezze di pene capitali.

1 commento:

  1. Troppe persone chiudono gli occhi quando non dovrebbero. C'è da chiedersi anche il perchè? L'America è l'America, l'EX di Vespucci.
    Isabella

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